lavoro_2Trattativa lunga e faticosa, con le parti che solo all’una di notte si sono alzate dal tavolo, ma ora una ipotesi di intesa per la Sachman Rambaudi – almeno per le sedi di Reggio e Cadelbosco Sopra, anche se analoghe prospettive sembrano poter interessare pure lo stabilimento di Rivoli di Torino – è stata raggiunta ed è pronta per essere sottoposta all’Assemblea dei lavoratori.Questo il frutto dell’intenso lavoro di mediazione che la Provincia ha svolto in queste settimane e che ieri, nella sede di Palazzo San Giovannino, è proseguito con l’approfondimento delle proposte delle parti, con particolare riferimento alla massima salvaguardia dei livelli occupazionali e alle modalità per ottenere ammortizzatori sociali adeguati ad accompagnare l’obiettivo di rilancio dell’attività produttiva.

“La situazione era complessa e gli esiti niente affatto scontati, ma le parti hanno condiviso l’interesse comune al rilancio e si sono conseguentemente spese per avvicinare posizioni diverse e distanti, cogliendo in conclusione le proposte articolate dalla Provincia”, commentano soddisfatti la presidente ed il vicepresidente della Provincia, Sonia Masini e Pierluigi Saccardi.

Con l’ipotesi di intesa raggiunta nella notte, il rilancio dell’azienda reggiana passa attraverso il trasferimento in affitto della Sachman di Reggio Emilia alla ditta Jobs di Piacenza, fra i leader del comparto delle macchine utensili, impegnata, a certe condizioni, al successivo trasferimento in proprietà.

La presenza al tavolo fin dall’inizio del confronto della ditta Jobs – fatto positivo e non scontato – è stato un fattore decisivo per la ricerca con sindacati e istituzioni di soluzioni non provvisorie, ma concretamente funzionali al rilancio produttivo ed alla stabilità dell’occupazione. Un esito importante della trattativa, richiesto convintamente dal sindacato, è il passaggio di tutti i lavoratori alla nuova gestione della Jobs, che chiederà una cassa integrazione straordinaria per parte dei lavoratori in quanto l’attività aziendale sarà dimensionata nel breve su 56 addetti.

Fino ad un massimo di 20 persone sarà poi aperta – ed accompagnata da un significativo incentivo – una procedura di mobilità su base volontaria, nel rispetto delle esigenze tecnico-organizzative dell’attività produttiva rilanciata e riqualificata. Impegni sono stati assunti anche per il sollecito pagamento delle competenze arretrate.

L’ipotesi di intesa sarà ora sottoposta all’approvazione dell’assemblea dei lavoratori Sachman: nell’attesa, la Provincia sta già pensando a come dare attuazione, anche con passaggi al Ministero del lavoro, a tutti gli aspetti della complessa partita.