E’ un brutto segno quando un prete un non può entrare in uno stabile a fare una benedizione, o quando un simbolo di una religione viene disprezzato a tal punto da distruggerlo per affermare il proprio dissenso.
Ci sono aree del mondo dove questo è il clima che respirano i cristiani e tutti coloro che non professano l’Islam. Un’intolleranza che non può e non deve essere premiata con nuovi luoghi di culto, non almeno fino a quando sarà permesso ai cristiani e a tutte le religioni che professano la pace e la tolleranza, di manifestare la propria fede senza essere uccisi, in tutti gli angoli del mondo.
Quello che intristisce è non sentire le solite voci che si alzano per parlare di multiculturalità, di tolleranza religiosa, di integrazione, dire una parola quando è un cristiano ad essere limitato nella sua fede, nella sua casa.
Una cultura figlia del relativismo dei valori porta oggi ad una dittatura delle minoranze intolleranti: ma la tolleranza può essere esercitata fino a dover sopportare in silenzio l’intolleranza altrui?
Avv. Luca Ghelfi, Consigliere Provinciale – PDL