Al via la costituzione del primo Spin-off universitario che coinvolge i ricercatori della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, i prof. Pierfranco Conte e Massimo Dominici, ed un’affermata azienda del distretto biotecnologico di Mirandola, la RanD-Biotech srl di Medolla.Il progetto, che vede collaborare l’Ateneo emiliano e la RanD-Biotech da circa 2 anni, si chiama Rigenerand ed è teso allo sviluppo di incubatore, ovvero un bioreattore, che integri un sistema capace di ossigenare le cellule staminali, mantenendo la loro vitalità e la loro espansione, e che si sostituisca ai sistemi ingombranti ed aperti, a rischio di contaminazione, usati attualmente in laboratorio. Un dispositivo a circuito chiuso, sicuro e miniaturizzato che consentirà l’applicazione direttamente al letto del paziente e che potrà portare ad una decisiva svolta nel campo della medicina rigenerativa ed in seconda istanza in oncologia.
Il progetto nasce dalle reciproche competenze nel settore delle cellule staminali e dei materiali biocompatibili e costituisce un primo ed originale esempio di collaborazione territoriale – locale nel settore delle biotecnologie.
“Il nostro Ateneo – afferma il Rettore dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia prof. Aldo Tomasi – è sempre pronto ad accogliere le esigenze dell’industria che cerca risposte nella ricerca applicata Accademica, lo dimostra l’impegno ad accelerare sul territorio le iniziative di Spin-off che promuova l’innovazione imprenditoriale e lo sviluppo locale. In questa ottica si inserisce questa collaborazione con la RanD-Biotech di Medolla che ha saputo cogliere, con l’istituzione di questo Spin-off presso la nostra Università, il vero spirito della ricerca che può essere un centro propulsore per l’innovazione e l’occupabilità delle nostre province”.
“L’incontro con i ricercatori dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – afferma il dott. Gianni Bellini, Amministratore Delegato RanD-Biotech, Fondatore-Socio e Presidente della Rigenerand s.r.l – ha immediatamente evidenziato la complementarietà delle rispettive esperienze: da una parte i ricercatori del Laboratorio di Biologia Cellulare del Dipartimento di Oncologia ed Ematologia, guidati dal prof Massimo Dominici, con una riconosciuta leadership nel campo delle cellule staminali, dall’altra RanD-Biotech con una esperienza consolidata nella progettazione di devices atti a contenere cellule, preservandone vitalità e funzionalità specifica. Da questo perfetto abbinamento è nata l’idea di sviluppare un ‘Incubatore’, ovvero un bioreattore monouso, che integrasse anche un sistema capace di ossigenare le cellule, che permetta alle cellule staminali di mantenere la loro vitalità ed espansione. Lo scopo è sostituire nel contempo i sistemi ingombranti ed aperti, a rischio di contaminazione, usati attualmente in laboratorio, con un dispositivo a circuito chiuso, sicuro e miniaturizzato, che consenta l’applicazione direttamente al letto del paziente. La nostra azienda, in questo modo, ha raggiunto un traguardo entusiasmante, essendo riuscita, con il contributo dei ricercatori universitari, a trasferire in un progetto d’avanguardia, nel campo delle biotecnologie, l’esperienza accumulata in anni di sviluppo del fegato bio-artificiale”.
La RanD- Biotech srl di Medolla, il cui acronimo R&D – research and development e che evidenzia la vocazione rivolta all’innovazione tecnologica, pur essendo una piccola realtà in termini di addetti, è riconosciuta come il compendium delle tecnologie applicate ai prodotti del distretto mirandolese, la concentrazione delle conoscenze e del patrimonio tecnologico locale, prezioso ed esclusivo, sviluppato in oltre 40 anni ed in parte disperso o comunque trasferito alle multinazionali cui sono state cedute le aziende nel corso degli ultimi decenni.
“RanD-Biotech – prosegue il dott. Gianni Bellini – è una piccola realtà, con un alto contenuto tecnologico, ultima nata delle aziende del distretto industriale mirandolese, impropriamente definito biomedicale. Le biotecnologie, nel senso letterale del termine, sono, infatti, pressoché sconosciute in questo polo industriale. In realtà solo da pochi anni con la nascita di RanD, si è entrati, di fatto, nel campo della biologia cellulare e molecolare”.
In questa ottica la RanD–Biotech ha sviluppato un’apparecchiatura multifunzionale, il Performer, che permette di effettuare tutte le terapie possibili in circolazione extracorporea, a differenza di quanto avvenuto nel passato, in cui per ogni applicazione terapeutica veniva progettata una macchina ad hoc ed in particolare ha focalizzato i propri sforzi in due campi di applicazione: la chemioipertermia in chirurgia oncologica e il fegato bio-artificiale. Nello sviluppo di questo secondo progetto RanD ha acquisito, in modo esclusivo, rispetto alle aziende del distretto, una specifica conoscenza nella progettazione di bioreattori, sia per quanto riguarda la geometria che i materiali impiegati, nonché nella manipolazione di cellule epatiche. Il progetto fegato bio-artificiale è ancora in fase sperimentale, ma il sistema di supporto epatico RanD è alla base di quasi tutti i progetti di ricerca del settore a livello mondiale.
“E’ una grande soddisfazione – afferma la prof.ssa Gabriella Aggazzotti Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia- constatare come ricercatori di questa facoltà siano stati in grado di coordinarsi con una azienda di rilievo del biomedicale modenese per costituire quello che rappresenta una prima ed originale iniziativa imprenditoriale tesa a valorizzare la ricerca che si svolge nella facoltà di Medicina e Chirurgia. Questo testimonia la vitalità degli studi che si svolgono in ambito medico nell’Ateneo, la efficacia dei risultati ottenuti dalla nostra attività di ricerca scientifica e l’interesse che questi ottengono dal mondo produttivo: sono sicura che questo costituisce un volano importante per la formazione dei nostri studenti ed una opportunità per incentivare i giovani alla ricerca scientifica”.
“La nascita di questo spin-off – prof. Pierfranco Conte dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e Fondatore-Socio Rigenerand s.r.l – è motivo di grande soddisfazione innanzitutto perché è un’ulteriore conferma che l’Oncologia di Modena ha raggiunto livelli di eccellenza clinica, scientifica e didattica di assoluto rilievo e poi perché è una riprova che anche nel nostro paese è possibile avvicinare il mondo della scienza e quello produttivo di modo che sapere e salute svolgano anche un ruolo di potente stimolo all’innovazione e alla produzione”.
“Finalmente – afferma con grande soddisfazione il prof. Massimo Dominici Ricercatore Oncologia Medica dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e Fondatore-Socio e Vice Presidente Rigenerand s.r.l – questi sforzi si vedono concretizzati in una azienda potenzialmente in grado di dare lustro al nostro Ateneo oltre che rappresentare una seria opportunità di business e di creazione occupazionale per i nostri giovani. E’ tempo che i ricercatori escano fuori dai loro laboratori nel proporre idee potenzialmente in grado di divenire brevetti ed iniziative imprenditoriali. Sono perfettamente conscio che questo non sia facile date le innumerevoli attività di ricerca, didattica ed assistenza clinica. Tuttavia è un passo che, grazie al supporto dell’ufficio ILO e di un partner industriale, è possibile. In questo senso abbiamo trovato nella RAND e nei suoi uomini partner di altissimo livello in grado di trasferire, migliorandole concretamente, le innovazioni concordate sul bioreattore. Spero che questo modello di sviluppo dell’Ateneo, con il coinvolgimento di valide aziende del modenese, possa essere un esempio per molti nel settore biotecnologico ”.
“Il distretto Biomedicale mirandolese ha sempre avuto come obiettivo principale la produzione avanzata di dispositivi di plastica – prof. Sergio Fonda dell’Ufficio ILO Industrial Liaison Office – e di strumentazione biomedica diagnostica e terapeutica. Questo spin-off si affianca all’attività tradizionale del distretto, espandendo una nuova linea e un nuovo orizzonte, quello cellulare e riportando a livello di produzione industriale risultati nati da una ricerca biotecnologica condotta nel nostro Ateneo. Questo risultato dimostra che sul nostro territorio vi sono competenze e capacità di integrazione tra Ateneo e industria locale, per costruire imprese nel campo biotecnologico, e l’ufficio ILO ha svolto un ruolo importante in questa direzione”.