Rispondere al comunicato del sig. Malagoli con pacatezza si fa veramente fatica, ma tanto ci è richiesto.
Innanzitutto reputo alquanto sconcertante ridurre sempre la questione del cattolico in politica nell’essere di destra o di sinistra: queste sono chiacchiere che mi aspetto di sentire dai giovani sedicenni davanti alla biblioteca (le ho fatte anch’io a quell’età…!). Ma sia chiaro: questo non tanto sui temi da Lei posti (famiglia, solidarietà, bene comune, ecc..), che ritengo di estrema importanza, ma piuttosto sul modo.
Parlare di coerenza, infatti, può essere un’arma a doppio taglio. Penso che le critiche rivolte dalla CEI al Governo sulla questione immigrazione siano abbastanza per dare l’idea.
Mettere in dubbio gli sforzi nell’essere coerenti di quelli che Lei definisce, con un linguaggio “da bar”, cattocomunismi, mi sembra un atteggiamento che non si avvicina minimamente alla “correzione fraterna”.
Credere che un cattolico impegnato in politica nel PD solidarizzi solo con gli extracomunitari, mi scusi, ma è ridicolo. Conosco persone di quest’area impegnate su molteplici “fronti”: dalle Parrocchie, a cui tanto si deve per le testimonianze di accoglienza verso “gli ultimi”, alle Case della Carità; ma anche in Associazioni laiche di solidarietà verso ragazze madri e via dicendo; che poi questo impegno non sia citato su quotidiani o sui siti di informazione non ne diminuisce il valore; e penso che questo sia un “merito” da attribuire ai cattolici, al di là dell’area di riferimento. Infatti: “La solidarietà conferisce particolare risalto all’ intrinseca socialità della persona umana, all’uguaglianza di tutti in dignità e diritti, al comune cammino degli uomini e dei popoli verso una sempre più convinta unità. Mai come oggi c’è stata una consapevolezza tanto diffusa del legame di interdipendenza tra gli uomini e i popoli, che si manifesta a qualsiasi livello” (Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica).
Ma più di tutto non condivido l’atteggiamento di divisione che Lei stimola (come se ce ne fosse bisogno… ma penso Lei non lo faccia volontariamente) all’interno del mondo cattolico. Non sono illuso a riguardo: nella mia Parrocchia conosco persone che sono di vedute politiche diverse dalla mia; vedo come si scalda il clima parlando di politica; vedo le divisioni. Ma una cosa è certa: al di là delle diversità di vedute, è lo stile che ci contraddistingue, la visione della politica come servizio e la ricerca del bene comune. Infatti i cattolici “…partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri. Ogni patria straniera è patria loro, e ogni patria è straniera”.
Alla luce di questo non posso pensare che un cattolico di destra abbia la coscienza a posto e uno di sinistra no. Penso piuttosto che nessuno ha “la coscienza a posto” finché non si raggiunge l’obbiettivo. Io Le auguro di raggiungerlo; da parte mia, mi impegnerò nella mia area di riferimento per fare altrettanto. Sia da una parte che dall’altra, per i cattolici vi sono “battaglie” da affrontare e temi ai quali dare un contributo forte e determinante per costruire una società migliore.
Auguri per tutto.
Carlo V. Valente (Direzione PD)