Valorizzare l’attuale ruolo delle cooperazione nel territorio modenese e la funzione che può svolgere in questo momento di crisi per il rilancio e lo sviluppo dell’economia locale, così come per costruire le condizioni per cogliere la ripresa. Sono gli obiettivi della terza Conferenza provinciale della cooperazione il cui percorso di preparazione prende di via in questi giorni con la costituzione di una serie di gruppi di lavoro che coinvolgeranno i rappresentanti delle 428 imprese aderenti alle tre centrali cooperative Agci (Associazione generale cooperative italiane), Confcooperative e Legacoop.


L’iniziativa è stata illustrata oggi dai tre presidenti (rispettivamente, Mauro Veronesi, Gaetano De Vinco e Roberto Vezzelli) nel corso di una conferenza stampa insieme al presidente della Provincia Emilio Sabattini, al sindaco di Modena Giorgio Pighi e al presidente della Camera di Commercio Maurizio Torreggiani. Questo percorso che si concluderà tra le fine del 2009 e l’inizio del 2010, infatti, si realizza con il sostegno degli enti locali perché, come hanno spiegato i promotori, «in un periodo di crisi ogni contributo per il futuro di Modena sarà più efficace se costruito in un confronto continuo tra il sistema delle imprese e il sistema istituzionale».
La cooperazione rappresenta oltre il 10 per cento del valore aggiunto dell’economia modenese (a livello nazionale la quota della cooperazione è il 6 per cento) e circa il 12 per cento degli occupati, con 379 mila soci. Il giro d’affari complessivo delle 428 imprese aderenti alle tre centrali cooperative è stato nel 2008 di sei miliardi e 932 milioni di euro.
Dati richiamati dal presidente Sabattini e dal sindaco Pighi per sottolineare l’importanza della cooperazione nel tessuto sociale ed economico modenese, anche per i valori che esprime, mentre il presidente della Camera di commercio Torreggiani ha sottolineato l’importanza della terza Conferenza («in questa fase di crisi è importante progettare lo sviluppo e il riposizionamento del territorio») che arriva 17 anni dopo quella del ’92, mentre la prima si svolse negli anni Settanta.
I gruppi di lavoro tematici che prepareranno la Conferenza provinciale sono sei: il gruppo guida si dedicherà a temi trasversali, come valori, “governance”, modelli e strumenti di impresa, unità cooperativa; gli altri cinque saranno dedicati ai settori dell’abitazione, della produzione e lavoro, dell’agroalimentare, della distribuzione, dei servizi all’impresa e alla persona.

379mila soci. 7 miliarid il giro d’affari 2008
La cooperazione rappresenta oltre il 10 per cento del valore aggiunto dell’economia modenese (a livello nazionale la quota della cooperazione è il 6 per cento) e circa il 12 per cento degli occupati (7 per cento a livello nazionale). Il giro d’affari complessivo delle 428 imprese aderenti alle tre centrali cooperative (Agci, Confcooperative, Legacoop: 379.100 soci, 49 per cento donne) è stato nel 2008 di sei miliardi e 932 milioni di euro con 31.494 occupati.
Non tenendo conto di quanto prodotto fuori dai confini provinciali e dei relativi occupati, il giro d’affari “modenese” è di cinque miliardi e 132 milioni di euro, con 24.425 persone occupate, con assunzioni a tempo indeterminato per l’ 89 per cento dei contratti. Gli occupati sono per il 57 per cento donne e per il 5 per cento immigrati.
I 379.100 soci in realtà sono da considerare come “posizioni sociali” in quanto diverse persone sono associate a due o più cooperative.
A Modena sono 865 le coop iscritte all’Albo nazionale del ministero dello Sviluppo economico, 838 delle quali attive. Le 428 cooperative che aderiscono ad Agci, Confcooperative e Legacoop rappresentano comunque l’85 per cento del peso economico e occupazionale della cooperazione modenese e operano in tutti i comparti merceologici: dal settore agricolo e agro-industriale alla moderna distribuzione, dalle costruzioni e progettazione al settore dell’abitazione e all’industria manifatturiera, dai servizi all’impresa a quelli alla persona, dal credito alle assicurazioni e alle mutue.
Una cinquantina di imprese, inoltre, produce ricchezza e occupazione anche in altre realtà nazionali.