«È evidente che c’è un assalto al territorio di Finale Emilia e della bassa finalese». Lo ha affermato Alberto Caldana, assessore all’Ambiente della Provincia di Modena, rispondendo in Consiglio provinciale a un’interpellanza di Stefano Lugli (Prc) sulle attività esplorative che l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) sta conducendo a Massa Finalese e sul progetto di ricerca per idrocarburi della multinazionale americana Forest Oil-Cmi Spa.

L’assessore Caldana ha spiegato che le attività esplorative e i carotaggi che l’Ingv sta conducendo a Massa Finalese sono «sondaggi su terreni agricoli privati effettuati all’interno di un progetto di ricerca autorizzato». Queste attività non risulta si svolgano per conto della Igm, come è stato invece riportato da alcuni organi di informazione, «ma rimangono comunque delle perplessità» ha aggiunto Caldana.

L’assessore Caldana ha anche detto che, nonostante i continui annunci, l’Igm a oggi non ha ancora presentato nessun nuovo progetto per il deposito di gas di Rivara, ma la Provincia «si è attivata fin dall’estate per interpellare esperti di livello nazionale con i quali formare un pool: non appena il progetto ci sarà definiremo il pool scegliendo i tecnici più adatti per le questioni che verranno evidenziate. La Provincia metterà comunque la massima attenzione per contrastare il progetto del maxi deposito di gas. Lascia stupefatti – ha proseguito Caldana – l’inserimento di un’altra società che vuole togliere gas dalla stessa zona: i due progetti, quello dell’estrazione e quello del deposito, teoricamente non confliggerebbero perché lavorerebbero a profondità diverse, ma è chiaro che c’è una corsa al territorio che passa sopra anche al parere degli enti locali e che genera comprensibilmente tensione negli abitanti. Non si può pensare – ha concluso l’assessore – che i due progetti marcino separati: non si può approvare uno se prima non si risolve l’altro e il problema che va risolto per primo è quello del deposito».

Cesare Falzoni (An-Pdl) si è detto d’accordo «sull’assalto al territorio della bassa estrema» condividendo anche la «giustificata preoccupazione dei cittadini». Secondo Dante Mazzi (Fi-Pdl) ci sono «troppe speculazioni, anche da parte della stessa Igm, su un progetto futuro. Sono speculazioni a cui le istituzioni, in primo luogo la Provincia, dovrebbero rispondere con molta chiarezza per tutelare la tranquillità dei cittadini». Giorgio Barbieri (Lega nord) si è detto «stupito che gli enti locali non sappiano nulla di quanto accade. La popolazione deve essere sempre la prima a essere informata anche se si tratta di attività su terreni privati». Demos Malavasi (Pd) ha affermato che «dalle forze di governo dovrebbe venire un atto formale che dice chiaramente che il deposito del gas di Rivara non si farà. Lo abbiamo chiesto anche al Governo precedente, ma ancora non ho visto nulla».

Soddisfatto della risposta Stefano Lugli, che ha apprezzato «sia l’impegno di mettere da parte il progetto della Forest oil, sia la scelta di costituire un nuovo pool di esperti. Sottolineo però – ha concluso il consigliere – che l’assalto al territorio non arriva solo da qui ma anche dalla Cispadana e dal progetto di riconversione dello zuccherificio».