Solo quattro punti trattati, uno dei quali alla fine rinviato, nella seduta del consiglio comunale, ma almeno due hanno richiesto un lungo confronto.
Al primo punto all’ordine del giorno il consigliere di Alleanza Nazionale Pdl Luca Caselli ha interrogato l’assessore ai lavori pubblici Sandro Morini a proposito di un dissesto nella pavimentazione di piazzale Roverella da poco inaugurata. Per almeno un mese, ha detto Caselli, è rimasto un buco nella pavimentazione appena rifatta, e questo ha minato il decoro di uno dei luoghi più suggestivi di Sassuolo.
L’assessore Morini ha brevemente ricordato l’iter che ha portato al rifacimento di piazzale Roverella: dall’abbattimento dell’edificio incongruo in base a una legge regionale, sperimentata per la prima volta a Sassuolo, al progetto di recupero della zona seguito con interesse anche dalle Sovrintendenze, fino al cantiere e agli scavi che hanno comportato anche ritrovamenti utili a far luce su un periodo storico di Sassuolo. Il tutto anche per illustrare la complessità delle operazioni che hanno riguardato piazzale Roverella e la nuova vista sulla Peschiera Ducale. Quanto al buco, è evidente per tutti, ha detto Morini, che si tratta di lavori dovuti a fughe di gas e condotti da Hera. Un intervento di manutenzione straordinaria necessario. Il ripristino è stato effettuato a carico di Hera stessa, con la stessa ditta che aveva lavorato alla realizzazione della piazza, proprio per garantirne la correttezza. Manca solo la parte finale del lavoro, perché servono materiali lapidei che non sono di facile reperibilità. Morini ha anche criticato quella che a suo dire è una strumentalizzazione di un evento come una perdita di gas e l’atteggiamento poco costruttivo di questo tipo di critica.
Insoddisfatto della risposta Luca Caselli, che ha ribadito la disattenzione del Comune per il decoro della città.
Al punto numero due è stato invece Gian Francesco Menani della Lega a interrogare l’assessore Morini sulla pavimentazione di via Menotti, che in presenza di danneggiamenti alle lastre di pietra che la compongono è stata risistemata in via provvisoria riempiendo le buche con asfalto. Secondo Menani la realizzazione di via Menotti è recente e già ci sono cedimenti. In più il tipo di manutenzione non è decoroso e non è la prima volta che viene adottato questo sistema.
Morini ha replicato che la realizzazione di via Menotti non è recente ma risale al 2000. Il rimedio con materiale bituminoso, ha spiegato, è ovviamente provvisorio. Per un ripristino a regola d’arte dobbiamo aspettare la stagione favorevole e anche organizzare i lavori del Global service in modo coerente. Proprio per attenzione a non peggiorare le cose, a non lasciare buchi aperti e rotture che potrebbero peggiorare, interveniamo prima con questo tipo di sistema, per poi disporre una manutenzione completa. Altrettanto è accaduto per altre vie del centro lo scorso anno: fra fine agosto e settembre ci sono stati i lavori di ripristino di numerose lastre di pietra danneggiate. Morini ha ribadito a Menani che ci sono oggettivi miglioramenti nel livello della manutenzione di strade e marciapiedi sul territorio, invitando il consigliere a un atteggiamento costruttivo e a un giro di ricognizione insieme per verificare la situazione.
Menani si dichiarato insoddisfatto della risposta, ribadendo che il tipo di intervento provvisorio non lo convince.
Il terzo punto ha riguardato l’adeguamento della classificazione acustica del Comune. Un tema già trattato in numerose commissioni e già portato alla fase dell’adozione, con raccolta delle osservazioni nel tempo prescritto di sessanta giorni. Di osservazioni ce n’è stata soltanto una, ad opera della ditta Mattioli, che si trova nel villaggio artigiano ex Opera Pia Muller, che ha chiesto di essere inserita nella classe VI della zonizzazione. Si tratta però di un’osservazione che è al centro di un contenzioso con alcune aziende vicine. Come ha spiegato il vicesindaco e assessore all’urbanistica Giovanelli la scelta dell’amministrazione sarebbe quella di riadottare il piano, riaprendolo quindi a ulteriori osservazioni per altri sessanta giorni proprio a causa dell’importanza dell’unica questione rimasta sul tavolo.
Il responsabile del Servizio Ambiente del Comune Giordano Guidetti ha illustrato le linee guida della zonizzazione acustica, regolata da diverse normative, l’ultima delle quali è una legge quadro regionale su cui si è basato il lavoro del Comune. La legge quadro ha fissato il valore massimo di rumore e il valore limite di immissione (che viene verificato in prossimità dei ricettori, vale a dire i soggetti che potrebbero essere danneggiati da eventuale inquinamento acustico).
Sono state stabilite sei classi acustiche. La prima viene automaticamente attribuita a zone di rispetto quali aree interessate da scuole, ospedali, case di riposo. Dalla seconda alla quarta la determinazione avviene secondo parametri che tengono conto della densità di abitazioni, attività lavorative, uffici. La quinta e la sesta sono attribuite alle zone di tipo artigianale e industriale. La quinta è per aree a prevalenza industriale, la sesta per aree totalmente a vocazione industriale (escluse eventuali sedi abitative a servizio delle aziende, quali casa del custode e simili). Le classi quinte e sesta vengono attribuite in modo diretto dalle amministrazioni, non attraverso parametri.
La maggior parte del territorio sassolese (il 60 per cento circa) riguarda la classe III di classificazione acustica.
Come ha spiegato Guidetti, la classificazione ha due obiettivi principali: prevenzione dell’inquinamento acustico attraverso la puntuale analisi sul territorio, verifica propedeutica ad azioni di risanamento che vengono predisposte nel caso zone o attività escano dai parametri stabiliti.
Come detto, i sessanta giorni di pubblicazione della zonizzazione acustica hanno portato una sola osservazione, ad opera della ditta Mattioli, che opera all’interno del Villaggio artigiano ex Opera Pia Muller e che si occupa di recupero di materiali di ferro (da vecchie auto e altro) L’azienda ha chiesto che per la zona in cui si trova e per tutte le aree a nord di via Emilia Romagna, caratterizzate dalla presenza quasi esclusiva di industrie, venisse adottata la classificazione VI che l’amministrazione non aveva previsto in nessuna area di Sassuolo. La classificazione VI è stata finora utilizzata solo in due casi in regione. Come ha ribadito Guidetti, non esiste metodo di calcolo per le ultime due classi. L’osservazione è stata valutata attraverso verifiche e misurazioni. E’ stato quindi richiesto un parere diretto al responsabile regionale del settore che si occupa di inquinamento acustico (e della legge che ne regola le classificazioni). Il parere, anche in forma scritta, conferma la possibilità di attribuire all’area in questione la classe VI ma allo stesso tempo impegna comunque alla verifica delle condizioni di inquinamento acustico e alla progressiva adozione di misure per la mitigazione del rumore.
Guidetti ha annunciato che si terranno altre verifiche, specificando che la ditta Mattioli è anche al centro di un contenzioso con aziende confinanti, che lamentano oltre al rumore polverosità e vibrazioni.
Sull’illustrazione e sulla proposta di delibera per la riadozione della zonizzazione acustica comunale con i risultati conseguenti all’osservazione, si è aperto un dibattito articolato soprattutto perché interessato da un contenzioso fra privati, che prevede proprio in questi giorni un confronto fra le parti e rispettivi avvocati.
Massimo Benedetti dei Popolari liberali Pdl, ha ricordato l’esistenza della diatriba fra aziende, con una parte che intende sanare con la nuova classificazione il mancato rispetto di alcuni parametri, l’altra che a sue spese sta cercando anche attraverso vie legali di tutelare l’attività e i lavoratori. Alzare i parametri di rumorosità cambiando classe, ha spiegato Benedetti, non mi sembra una soluzione. Non voglio nuocere a nessuna attività produttiva, ma sembra il sistema per sanare un errore storico nell’inserimento di questo tipo di attività al centro di un villaggio artigiano. Meglio sarebbe, ha detto Benedetti, soprassedere, verificare la necessità di opere di mitigazione del rumore da fare, metterle per iscritto e poi eventualmente procedere con l’adozione della zonizzazione acustica nuova.
Massimiliano Righi del Pd ha ricordato che la proposta della giunta è quella della riadozione del piano, che include quindi una presa di posizione favorevole all’introduzione della classe VI, ma lascia ancora la porta aperta a ogni tipo di osservazione che tutti i soggetti avranno l’opportunità di formulare. Con tutti i suoi problemi, ha detto ancora Righi, si tratta comunque di un’attività che si occupa di recupero di materiali, di cui in un territorio c’è necessità. La classe VI come abbiamo sentito prevede a sua volta interventi di mitigazione, ha concluso Righi.
Sappiamo che esiste un contenzioso, ha detto Giovanelli, riprendendo la parola, e intendiamo aprire un tavolo di confronto. Continueremo con le rilevazioni, prevederemo le necessarie barriere antirumore, non intendiamo in alcun modo cambiare le regole a favore di uno dei contendenti, anche perché la zonizzazione è in carico al consiglio comunale. Non dobbiamo sanare errori del passato perché la zona è compatibile con il tipo di attività in questione. Ma certamente intendiamo chiedere alla ditta un piano di risanamento.
Luca Caselli di Alleanza Nazionale Pdl ha ricordato che già alla riunione capigruppo la maggior parte sembrava concordare sulla necessità di un rinvio e invitato anche il Pd a esprimersi in questo senso.
Raffaele Lettieri del Pd a sua volta ha ricordato l’importante funzione dei villaggi artigiani nella generazione di ricchezza per il territorio, ha tenuto conto dei disagi esistenti per la presenza di questa attività e ricordato la sua intenzione di far valere i diritti delle aziende circostanti. La giunta si è impegnata, ha ricordato, nella mitigazione del rumore e questo impegno è un risultato che abbiamo già ottenuto attraverso il confronto.
Mario Cardone del Gruppo Misto ha formalizzato una richiesta di rinvio, visto che, ha detto, c’è un impegno dell’amministrazione a risolvere il problema e visto che è annunciato un incontro fra le parti che rappresentano le aziende a breve. Invito ad attendere prima di deliberare, in modo da lasciare le parti nell’equilibrio attuale fino al confronto. Propongo quindi di procrastinare l’approvazione della delibera, non oltre il prossimo consiglio comunale.
Luca Caselli e Massimo Benedetti si sono detti a loro volta favorevoli alla richiesta di rinvio, chiedendo di metterla ai voti.
Ugo Liberi di Forza Italia Pdl, ha considerato la macchinosità delle decisioni di questa amministrazione, che è spesso chiamata a perfezionare iniziative prese in precedenza.
Rocco Capuozzo del Partito comunista dei lavoratori ha considerato che le norme restrittive in materia di rumore vanno a beneficio della salute dei lavoratori ed è quindi inopportuno andare in senso opposto.
In conclusione il vicesindaco Giovanelli ha preso atto della richiesta di rinvio, dichiarando la sua disponibilità, già espressa alla riunione dei caèpigruppo,e deciso di ritirare la proposta di delibera autonomamente, con previsione di iscriverla all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale.
Al quarto punto della serata è stato trattato un ordine del giorno di Gian Francesco Menani della Lega Nord dedicato alla disdetta del contratto di lavoro aziendale al Gruppo ceramiche Ricchetti, materia trattata nei giorni scorsi sui mezzi di informazione e anche negli altri consigli comunali del comprensorio. Menani nel suo testo ha ricordato la decisione dell’azienda di dare disdetta negli ultimi giorni dell’anno al contratto aziendale in scadenza. Menani ha parlato di mancato rispetto della forza lavoro, che invece andrebbe valorizzata. Ha espresso condivisione per le istanze degli occupati dell’azienda e chiesto l’impegno del sindaco per adottare azioni che portino alla riapertura del dialogo, impegnando Confindustria Ceramica e la proprietà.
Raffaele Lettieri del Pd ha dichiarato di notare con piacere l’impegno del consigliere leghista Menani su questo tema. Non ci interessa, ha detto, un generico appoggio alla lotta dei lavoratori, quanto invece capire la situazione attuale delle relazioni industriali e se si tratta ancora di un sistema attuale. Ricordo che fino a ieri la disdetta del contratto arrivava dai sindacati, l’iniziativa della Ricchetti rompe un sistema consolidato ma va analizzata al di là dei generici proclami.
Nicola Caserta del Gruppo Misto ha giudicato grave l’iniziativa presa dall’azienda a pochi giorni dalla fine dell’anno. Ha giudicato inaccettabili anche le proposte dell’azienda: riscrivere le regole riguardo alla parte di salario variabile, in chiave meritocratica, prevedendo sei mesi di sospensione per poi ripartire con un nuovo sistema di calcolo. Ha ricordato che dopo Ricchetti altre aziende sembrano intenzionate a mettere in discussione il contratto con i lavoratori e come diverse imprese ribadiscano che gli stipendi della ceramica sono i più alti rispetto ad altri settori industriali.
Luca Caselli di An Pdl ha apprezzato l’iniziativa di Menani, che dimostra, ha detto, come i temi del lavoro non siano patrimonio soltanto della sinistra, ma sentiti da tutti. Che anzi proprio la sinistra sarebbe mancata in questo caso su un tema a lei caro.
Fulvio Bonvicini del Pd ha giudicato l’ordine del giorno di Menani strumentale. Menani, ha detto, si ricordi non solo della situazione della Ricchetti, ma anche di altre aziende che nel comprensorio faticano e di tante situazioni difficili per lavoratori. Il lavoro, ha detto, resta un punto di forza di questo comprensorio, bisogna chiedersi perché le relazioni industriali siano così cambiate.
Gabriele Giovanardi del Gruppo Misto ha dichiarato di non vedere attualmente la disponibilità delle aziende a investire sulla novità e sulle risorse umane, a valorizzare giovani conoscenze. Non si è fatto abbastanza per il futuro, ha detto, non si è governato il cambiamento,. Il problema è grave e questa sarà un’annata molto difficile per le imprese e i lavoratori. Per le sue possibilità l’amministrazione dovrebbe adottare politiche di incentivazione a favore delle industrie disposte a rinnovarsi.
Secondo Usai dei Comunisti Italiani Sinistra arcobaleno la Ricchetti non è nuova agli esperimenti, ma stavolta è andata troppo oltre, con una decisione unilaterale che potrebbe influenzare anche altre aziende.
Sulla questione è intervenuto anche il sindaco Pattuzzi, non per emendare l’ordine del giorno, ha detto, ma per fare il punto sulla situazione del settore ceramico e del territorio.
Il problema, ha detto, è profondo e riguarda la trasformazione dell’intero settore. Non mi scandalizza la disdetta del contratto alla Ricchetti, mi preoccupa invece la situazione generale, che vede in difficoltà anche grandi gruppi e in cassa integrazione tanti lavoratori anche delle aziende leader del nostro territorio. Il quadro è complicato e le istituzioni possono poco: o c’è un mercato che remunera a sufficienza il mio prodotto, o non c’è incentivazione che possa aiutare. Dobbiamo avere chiaro che il prezzo vero delle ristrutturazioni aziendali non lo abbiamo ancora pagato. Continuiamo a formare figure professionali che spesso non sono quelle richieste. I problemi maggiori in fondo non li abbiamo da chi opera la delocalizzazione. Pensare di governare il mercato mondiale esclusivamente da Sassuolo è illusorio.
C’è una classe imprenditoriale locale che fatica a rinnovarsi: le amministrazioni hanno pochi strumenti da usare, possono solo fare una cosa: favorire con le loro azioni lo “spin off” di aziende giovani e innovative, con spirito di iniziativa. Abbiamo bisogno di una classe imprenditoriale nuova che sappia cogliere nuove opportunità. Dobbiamo comunque essere consapevoli che il livello di occupazione calerà: un dato che avrà influenza diretta anche sui nuovi arrivi sul territorio, su un’immigrazione che viene a cercare lavoro e che non lo troverà più. Le aziende devono sapere che la partita non si gioca sul taglio di poche decine di euro ai lavoratori, mentre se saranno disponibili a politiche innovative, l’amministrazione con i pochi strumenti a sua disposizione, sarà al loro fianco.
Paolo Vincenzi, di Forza Italia Pdl, ha riferito il problema al livello nazionale. Ci vogliono,ha detto, meno vincoli, meno difficoltà per le aziende che producono in Italia. Altrimenti è inevitabile la delocalizzazione con la prospettiva di produrre a costi decisamente inferiori. E’ il sistema paese nel suo complesso che deve lavorare maggiormente a favore delle imprese.
Il Pd tramite Raffaele Lettieri ha quindi proposto un emendamento all’ordine del giorno d Menani, l’inserimento fra i soggetti da coinvolgere per la ripresa del dialogo fra lavoratori e impresa anche delle rappresentanze sindacali. Menani ha accettato l’emendamento che è stato quindi votato all’unanimità.
L’ordine del giorno così emendato è stato a sua volta votato all’unanimità dal consiglio comunale.