Un “naso elettronico” in grado di capire se cibi e bevande siano andati a male, stampanti che imprimono su materiali commestibili ma anche circuiti integrati per le comunicazioni nei moduli aerospaziali e bio-chip che sostituiscono le normali analisi di laboratorio su materiali organici.
Sono questi alcuni dei 309 nuovi prodotti immessi sul mercato tra il 1997 e il 2007 dalle 83 imprese hi-tech nate dalla ricerca pubblica, censite dall’Osservatorio sugli Spin off della ricerca dell’Emilia-Romagna (OSiRidE) e presentate per la prima volta oggi a Bologna durante la tavola rotonda dal titolo “I meccanismi organizzativi a supporto della creazione di spin off della ricerca pubblica”. Focus del convegno i dati contenuti nel primo rapporto annuale dell’Osservatorio, un progetto nato nel 2006 e curato dal Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bologna e da Aster, con l’obiettivo di raccogliere sistematicamente informazioni longitudinali sulle start-up nei settori ad alta tecnologia della regione.
Cuore dell’Osservatorio un database degli spin off derivanti dalla ricerca pubblica – quelli cioè che annoverano tra i soci di capitali l’Università o gli Enti di Ricerca Pubblici, e tra i soci fondatori loro ricercatori o collaboratori – in continuo aggiornamento.
Globalmente sono state 83 le imprese censite dall’Osservatorio, 70 sono di derivazione universitaria e 13 legate agli Enti di Ricerca Pubblici del territorio regionale, CNR, ENEA, INFM. Concentrate prevalentemente nel capoluogo – 38 con sede a Bologna, 15 a Ferrara, 11 a Modena, 10 a Parma, 3 a Ravenna, 3 a Reggio Emilia, 2 a Forlì-Cesena, 1 a Piacenza – offrono prodotti e servizi prevalentemente nel settore ambientale, Ict (Information and communication technology) e delle biotecnologie.
Ecco così che sul mercato si sono affacciati prodotti innovativi come il bio-chip capace di raggruppare e dividere il materiale cellulare che vi è deposto sopra, consentendo di effettuare con pochissima materia organica tutti gli esami un tempo svolti dai tecnici di laboratorio. Ma anche “oasi di biodiversità”, piccoli ecosistemi contenuti in scatole non più grandi di un pacchetto di sigarette che permettono di ricreare in qualsiasi angolo della città o sul proprio terrazzo habitat rari. Oppure ancora, circuiti integrati per le telecomunicazioni da usarsi su satelliti e moduli aerospaziali.
Complessivamente, nel periodo tra il 1997 e il 2007 sono stati 309 i prodotti immessi sul mercato e circa 300 i nuovi servizi offerti, con la previsione di introdurre nel 2008 ulteriori 123 prodotti e 46 nuovi servizi, oltre a 111 prodotti incrementali, cioè nuove versioni di prodotti già presentati dall’azienda. Inoltre, sono state sviluppate 91 innovazioni di processo, mentre 24 sono quelle alle quali si lavora per il 2008. Coerentemente con l’alto tasso di innovazione, gli spin off hanno presentato 78 domande di brevetti. Di questi, 18 sono già stati assegnati e registrati, 17 depositati in Italia, 11 in Europa (European Patent Office) e 2 negli Stati Uniti (United States Patent Office). Numerose infine le collaborazioni avviate dalle start up: 241 quelle tecnologiche, 207 quelle commerciali.
Gli 83 Spin-off della ricerca pubblica hanno generato a termine del 2006 un fatturato pari a 16.964.154 milioni di euro. Nel dettaglio, l’80% dei ricavi è riconducibile ad un mercato regionale (circa il 47%) e nazionale (39%) e il restante 14% a una clientela internazionale, distribuita a metà tra l’Europa e il resto del mondo. Complessivamente, inoltre, le imprese censite impiegano 410 persone, di cui 145 persone assunte a tempo indeterminato e 265 collaboratori.
“Quelli dell’Osservatorio sono i primi dati attendibili sul fenomeno Spin-off della ricerca pubblica in Emilia-Romagna – ha commentato Rosa Grimaldi, professore associato presso il dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bologna e responsabile del progetto – L’accuratezza metodologica del censimento ne garantisce l’affidabilità e consente alle istituzioni di disegnare e sviluppare meccanismi di supporto all’impresa efficaci e mirati”.
“I risultati dell’Osservatorio sono anche il frutto di un impegno che ormai da diversi anni la Regione Emilia-Romagna e le Università ed Enti di Ricerca Pubblici hanno dedicato alle politiche a favore della creazione di impresa, a partire dalle iniziative a favore delle imprese hi-tech quali il Progetto Spinner, I Tech Off e il PRRIITT – Programma Regionale per la Ricerca Industriale l’Innovazione e il Trasferimento Tecnologico”, ha aggiunto Paolo Bonaretti, direttore di Aster.
Per commentare le principali evidenze che emergono dall’Osservatorio periodicamente verrà pubblicato un rapporto annuale, che comincia con questa edizione del 2008, frutto di un lavoro preparatorio che dura da oltre due anni.
Il primo report, presentato alla tavola rotonda, è consultabile interamente su Iris-Università Bologna Attraverso lo stesso indirizzo è possibile accedere alle informazioni su OSiRidE e l’anagrafica di base delle imprese censite.