«Il piano di riconversione dello zuccherificio di Massa Finalese in centrale elettrica, che ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo del sistema produttivo agricolo locale e di conseguire un ragionevole interesse della componente industriale, mantiene come condizione imprescindibile la tutela del territorio e la salvaguardia delle condizioni ambientali». Lo ha ribadito Alberto Caldana, assessore provinciale all’Ambiente, rispondendo all’interpellanza presentata da Stefano Lugli (Prc) a nome dei consiglieri di Rifondazione e Verdi sulla riconversione dello zuccherificio di Massa Finalese che chiedeva anche la «costruzione di un tavolo tecnico per seguire la fase della sperimentazione della coltivazione del sorgo da fibra, analizzi l’impatto sulla salute e rediga un bilancio ambientale ed energetico».


«La Provincia – ha proseguito l’assessore Caldana – è titolare del procedimento di autorizzazione a evidenza pubblica che coinvolge tutte le istituzioni e gli enti di controllo e tutela presenti sul territorio ed è quindi la Provincia l’ente di controllo a garanzia del rispetto delle condizioni. Non riteniamo pertanto necessario creare una nuova commissione sugli aspetti ambientali e di tutela della salute, mentre, in accordo con il Comune di Finale, si darà vita – ha annunciato l’assessore all’Ambiente – a un tavolo di concertazione tra enti e associazioni di categoria che segua passo passo la sperimentazione, che vede peraltro la partecipazione diretta degli agricoltori».
Stefano Lugli si è dichiarato «non soddisfatto della risposta perché il progetto presenta problemi e incognite e meritava una valutazione più attenta che non coinvolgesse solo la categoria degli agricoltori».