Limiti di emissioni più basse rispetto dei limiti di legge, due sole linee funzionanti, camini catalizzati secondo le più moderne tecnologie e limitazione dei rifiuti da smaltire. Nella nuova Autorizzazione integrata ambientale (Aia) del termovalorizzatore di Modena, la Provincia di Modena confermerà tutte le prescrizioni già previste nella precedente autorizzazione, annullata dalla sentenza del Tar del novembre scorso che ha accolto il ricorso delle associazioni ambientaliste e dei Comitati dei cittadini. Rispettando quanto previsto nella sentenza, la Provincia introduce come novità un procedimento unificato per termovalorizzatore, depuratore e deposito chimico-fisico, invece dei tre distinti previsti in precedenza.


Lo ha annunciato Alberto Caldana, assessore provinciale all’Ambiente, rispondendo in Consiglio ad una interpellanza di Forza Italia-Pdl che chiedeva, tra l’altro, come ha illustrato Dante Mazzi, un rinvio della scadenza del termine del 13 marzo per presentare eventuali osservazioni alla nuova Aia «colmando il vuoto informativo che finora c’è stato su questo tema». Mazzi, dopo aver sottolineato che «non siamo a priori contro l’inceneritore», ha chiesto «un maggiore rispetto delle regole, perché se il Tar ha bocciato l’Aia significa che questo rispetto da parte della Provincia non c’è stato. Quando si tratta di temi così delicati che hanno a che fare con la salute pubblica, occorre osservare un principio di precauzione prima di decidere e ascoltare maggiormente i cittadini».

Caldana, oltre a confermare che il termine fissato per le osservazioni resta quello del 13 marzo («come prevede la legge»), ha assicurato che sulla procedura è stata garantita tutta l’informazione, anche ai Comitati dei cittadini, sottolineando anche che «concedere una proroga non servirebbe perché abbiamo già approfondito ampiamente e pubblicamente la procedura originaria; inoltre tale proroga metterebbe a rischio i termini massimi della procedura che deve concludersi entro il 31 marzo come prevede la legge. Scaduto questo termine senza l’Aia, dovremmo spegnere l’inceneritore, mettendo in crisi il sistema dello smaltimento e noi non vogliamo che a Modena succeda ciò che sta avvenendo a Napoli».

Nel corso della discussione Claudia Severi (FI-Pdl) ha parlato di «fallimento delle politiche di gestione dei rifiuti a Modena», giudizio ripreso anche da Cesare Falzoni (An), mentre per Tomaso Tagliani (Udc) «è terroristico prefigurare per Modena una situazione come a Napoli». Per Giorgio Barbieri (Lega nord) l’inceneritore «è soprattutto un affare anche per Comuni soci che in questo caso non stanno facendo l’interesse dei cittadini». Aldo Imperiale (Prc) ha chiesto di «rivedere il Piano rifiuti per tenere conto delle esperienze positive praticate nel modenese sulla raccolta differenziata come quella di Carpi», un tema ripreso anche da Walter Telleri (Verdi) che ha chiesto di puntare maggiormente sulle politiche di recupero, mentre Demos Malavasi (Pd) ha sostenuto che «tutte le regole sono state rispettate. Una volta potenziato, il termovalorizzatore sarà migliore da punto di vista ambientale dell’impianto attuale, ma soprattutto sarà costantemente monitorato e i dati dovranno essere pubblici per garantire la massima trasparenza. Le linee del Piano rifiuti sono valide perché puntano sulla raccolta differenziata e sulla termovalorizzazione diminuendo fortemente il ricorso alle discariche, migliorando l’ambiente».