Nella mattinata di oggi il sindaco Andrea Rossi ha ricevuto in Municipio una folta delegazione di lavoratori delle ceramiche Omega e Sassolnova a rischio licenziamento, accompagnati dai rappresentanti sindacali, dopo un presidio davanti al Comune.
Sono 60 i lavoratori già messi in Cassa integrazione straordinaria da Omega del Gruppo Ceramiche d’Imola (che si interromperà nel prossimo mese di maggio) e per i quali non si prevede al momento nessuna prospettiva positiva. Si sono infatti interrotte le trattative avviate dall’azienda per la cessione dello stabilimento ad un altro gruppo industriale e la situazione è di completo stallo.
In Sassolnova le cose non vanno meglio: la produzione è ferma; 55 lavoratori su 80 sono già a casa e usufruiscono di giorni di ferie, mentre la proprietà ha avviato le procedure di licenziamento. Attualmente sono occupati gli addetti al magazzino e gli impiegati ma non è difficile immaginare che anche per loro il lavoro non sarà garantito a lungo.
Dopo Luca Chiesi, in rappresentanza della Cgil, che ha tracciato il punto della situazione è intervenuto il sindaco che in primo luogo ha espresso la solidarietà dell’amministrazione comunale ai lavoratori delle due aziende e alle loro famiglie.
“Si tratta, ha detto il sindaco, di un grave problema che investe un centinaio di famiglie di Casalgrande e dei Comuni vicini e sul quale l’amministrazione terrà alta l’attenzione e interverrà per quanto di sua competenza al fine di garantire il più alti livelli occupazionali possibili. E’ un momento difficile per tutto il comparto, ha aggiunto Rossi, ma non possiamo pensare di mantenere nel distretto solamente il design, il marketing o il commerciale come sta teorizzando qualcuno. Se così fosse i posti di lavoro si assottiglierebbero ulteriormente e questo non possiamo permetterlo. Lo stesso vale per le due imprese in questione ed in particolare per la Ceramica Omega che è un’azienda con alte potenzialità grazie ad una buona collocazione logistica, a impianti efficienti, ai prodotti di qualità e alle ampie superfici utili.
L’amministrazione comunale, dunque, anche nel futuro PSC manterrà quel sito esclusivamente come polo produttivo non prevedendone nessuna riconversione e, a fronte di un piano industriale credibile favorirà in ogni modo possibile il suo rilancio”.
Per quanto riguarda la Ceramica Sassolnova invece la situazione appare più complessa, come ha confermato anche Chiesi: “Gli impianti non adeguati, sono a rischio anche i 25 lavoratori ancora occupati e il dialogo con la proprietà è molto difficile. Per queste ragioni ora occorre lavorare per ottenere gli ammortizzatori sociali del caso e in primo luogo la Cassa integrazione straordinaria”.
Una richiesta alla quale si è associato anche il sindaco Rossi ricordando che rispetto alla Ceramica Omega, sull’area Sassolnova si possono ipotizzare riconversioni di carattere diverso, fermo restando in primo luogo una positiva soluzione della questione occupazionale.