Due casi di suicidio e una rivolta al Centro di permanenza temporanea per immigrati clandestini di Modena, ci sembrano francamente molti, troppi, per continuare a sostenere che si tratti di un luogo di tutela delle libertà e dei diritti individuali.

Se anche sinora non si era giunti a casi gravi di suicidi, un segnale preoccupante erano comunque stati i 20 casi accertati di autolesionismo degli ospiti.
Si può essere d’accordo o no sull’esistenza di simili strutture di detenzione e identificazione di immigrati clandestini, ma ciò su cui non si
può transigere è la tutela e la sicurezza sia degli immigrati trattenuti che del personale di servizio.

Perciò è assolutamente indispensabile rafforzare e qualificare le strutture di sostegno e di aiuto degli immigrati, e le stesse attività di socializzazione.
Ricordiamo che clandestino non è equivalente di delinquente, e che spesso nei Cpt convivono invece persone che hanno commesso reati e persone che, pur illegittimamente entrate nel nostro paese, sfuggono da situazioni di povertà e senza futuro, e cercano qui un lavoro e una vita migliore. Una convivenza paradossale che rende ancor più anacronistici i Cpt.

La Cgil ribadisce ancora una volta la necessità di andare al superamento fino alla definitiva chiusura dei Cpt, luoghi impropri di detenzione, e al
superamento della stessa legge Bossi-Fini che nella sua applicazione farraginosa ha dimostrato di favorire maggiormente la clandestinità che la
regolarizzazione.

La Cgil chiede che si affronti il fenomeno migratorio, che nella nostra provincia rappresenta ormai circa il 10% della popolazione, con misure
positive quali l’introduzione del permesso di soggiorno per ricerca di lavoro, il diritto di cittadinanza legato alla nascita su suolo italiano
(così come recita la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo), la riduzione dei tempi per il rilascio/rinnovo dei permessi di soggiorno e una
durata maggiore, una risposta tempestiva ai ricongiungimenti familiari finalizzata ad una reale integrazione.

Infine, la Cgil chiede che sia approvato al più al presto l’intero pacchetto di misure previsto dal
disegno di legge Amato-Ferrero.