La Conferenza dei sindaci, riunitasi questa mattina a Palazzo Allende, ha affrontato in avvio di lavori un importante momento di approfondimento – alla presenza dei vertici Ausl e dei dirigenti Enìa – sulla diffusione del virus Chikungunya.
E’ stata la stessa presidente della Provincia Sonia Masini, che in tale veste come noto presiede anche la Conferenza socio-sanitaria territoriale, ad integrare l’ordine del giorno non solo per fornire a tutti i sindaci le prime indicazioni operative per la disinfestazione fornite dall’Assessorato regionale alla Sanità, ma soprattutto per approfondire l’argomento a livello locale e meglio dettagliare insieme a dirigenti ed esperti dell’Ausl tipologie e tempistica dei provvedimenti da adottare.
Alla Conferenza dei sindaci – oltre agli assessori provinciali all’Ambiente, Alfredo Gennari, ed alla Sanità, Marcello Stecco – erano infatti presenti anche Daniela Riccò, direttore sanitario dell’Ausl di Reggio, Rosella Rispogliati, direttore del Servizio di Igiene pubblica Reggio, e Sergio Mazzali, responsabile del servizio DDD (Disinfestazione, derattizzazione e disinfezione) di Enìa.
Aprendo i lavori, la presidente Masini ha voluto sottolineare la grande attenzione con cui la Provincia intende seguire anche gli sviluppi di questo focolaio endemico di febbre da virus Chikungunya, tanto che – così come è avvenuto in un recente passato per l’aviaria – è stato istituito un apposito di Gruppo di lavoro che sarà formato dalla stessa Provincia, dai Comuni capidistretto, dall’Ausl e da Enìa e che si riunirà già nei prossimi giorni. “La situazione non è allarmante, anche perché fortunatamente si tratta di un virus benigno, ma questo focolaio endemico è tuttavia significativo dell’importanza che riveste la lotta alla zanzara tigre, che può essere vinta solo con l’impegno di tutti, pubblico e privati cittadini”. Un impegno che Provincia e Comuni – ma anche Ausl e la stessa Enìa – stanno assicurando da tempo, non solo con attività di contrasto diretto e monitoraggio, ma anche con campagne informative o con iniziative come il “Zanzara tigre day” dello scorso aprile che ha visto la distribuzione gratuita di larvicidi.
La situazione in provincia: secondo caso sospetto
Che la situazione non sia allarmante, è stato ribadito dal direttore sanitario dell’Ausl, Daniela Riccò: “Si tratta di una patologia fastidiosa, ma benigna, anche se ovviamente così come l’influenza può avere conseguenze gravi in soggetti già debilitati – ha detto – Nella nostra provincia sono stati segnalati finora due soli casi sospetti, uno proprio in queste ultime ore a Sant’Ilario, entrambi relativi a persone che sono state in vacanza in Riviera romagnola, dove il focolaio pare per ora essere stato arginato”. La trasmissione del virus Chikungunya, in ogni caso, “non avviene da uomo a uomo, ma solo attraverso la puntura di zanzare”, ha sottolineato Rosella Rispogliati. Sulle possibili forme di contrasto si è soffermato invece Sergio Mazzali di Enìa, che ha confermato come l’unica arma davvero vincente sia la prevenzione e il massimo impegno anche, se non soprattutto, da parte della popolazione: “Anche interventi drastici come trattamenti adulticidi con prodotti insetticidi, che pure sono indispensabili come è avvenuto nel Ravennate nel caso di focolai di virus, risultano infatti inutili se dopo una settimana in un giardino o nel cortile di un’azienda si lasciano ristagni d’acqua, o se ogni tombino non viene trattato con prodotti larvicidi”.
Come arginare il diffondersi della zanzara tigre
La lotta alla zanzara tigre, dunque, non può avere esiti positivi senza un attivo coinvolgimento della popolazione. I siti a rischio di infestazione da zanzara tigre nelle aree pubbliche sono infatti solo il 20-30% del totale, mentre il rimanente 70-80% delle zone a rischio è di proprietà privata. E’ quindi necessario che tutti i cittadini mettano in atto misure di prevenzione e di trattamento nelle aree di loro competenza.
Ecco, in particolare, cosa fare e cosa non fare
Cosa fare:
– trattare regolarmente (ogni 15 gg circa) i tombini e le zone di scolo e ristagno con prodotti larvicidi
– eliminare i sottovasi e, ove non sia possibile, evitare il ristagno di acqua al loro interno
– verificare che le grondaie siano pulite e non ostruite
– coprire le cisterne e tutti i contenitori dove si raccoglie l’acqua piovana con coperchi ermetici, teli o zanzariere ben tese
– tenere pulite fontane e vasche ornamentali, eventualmente introducendo pesci rossi che sono predatori delle larve di zanzara tigre
Cosa non fare:
– accumulare copertoni e altri contenitori che possono raccogliere anche piccole quantità di acqua stagnante
– lasciare che l’acqua ristagni sui teli utilizzati per coprire cumuli di materiale e legna
– lasciare gli annaffiatoi e i secchi con l’apertura verso l’alto
– lasciare le piscine gonfiabili e altri giochi pieni di acqua per più giorni
– svuotare nei tombini i sottovasi o altri contenitori.