Fulgenzio Brevini, segretario cittadino di Confesercenti ricorda gli ottimi risultati ottenuti in passato alle Fiere di S. Antonio e S. Geminiano.


“Se occorre creare le condizioni per dare vita ad un mercato etnico, lo si faccia ed anche in fretta per non lasciare spazio a situazioni irregolari la cui pericolosità può assumere diverse sfaccettature: dall’abusivismo commerciale, sino ad una più generale sensazione d’impunità che può aprire spazi a fenomeni ben più gravi. L’importante è che le regole siano rispettate, da tutti”. Ad affermarlo con determinazione è Fulgenzio Brevini segretario cittadino di Confesercenti.
Per raggiungere questo risultato serve prima di tutto una chiara volontà politica: polizia municipale, guardia di finanza, forze dell’ordine difficilmente, infatti, possono agire con la necessaria determinazione, andando oltre la semplice attività di routine, se non c’è un orientamento inequivocabile da parte dell’amministrazione comunale.
Confesercenti in proposito ricorda quanto fu fatto pochi anni fa per contrastare l’abusivismo presente in occasione delle fiere di S. Antonio e S. Geminiano. In quell’occasione preso atto, che il fenomeno era dilagante, si applicò un preciso piano operativo che grazie, all’attività congiunta di polizia municipale, finanza, polizia e carabinieri permise, in una sola edizione, di debellare il fenomeno. Il merito fu sia di chi prese la decisione politica, sia di chi fu chiamato, con rigore, ad applicarlo. Il risultato fu esemplare, pur in assenza di una legge regionale, oggi attiva, che impone il sequestro della merce e degli automezzi.
Sono passati pochi anni da quella positiva esperienza che ha dimostrato come il principio della legalità possa essere affermato semplicemente facendo rispettare le regole, utilizzando la necessaria determinazione.

C’ è poi un altro fattore che preoccupa Confesercenti che da tempo è impegnata in un’azione volta a formare imprenditori d’origine extracomunitaria o di recente acquisizione comunitaria e ad inserirli nel nostro contesto civile e sociale: l’integrazione deve avere come presupposto irrinunciabile il rispetto della costituzione e dell’ordinamento statale italiano. Non seguire questa strada significa acuire i conflitti e dare spazio a reazioni negative nei confronti degli stranieri. Le leggi, in ultima analisi, devono essere uguale per tutti.
“Altre considerazioni, condivise anche da Confesercenti, animate da uno spirito caritatevole o da tolleranza verso comportamenti che sono espressione di disagio sociale devono trovare soluzioni in ambito diverso da quello proprio dei doveri istituzionali a cui ogni amministratore è tenuto” conclude Fulgenzio Brevini.