Alba e Norcia sono famose come terre di tartufi, ma il numero più alto di raccoglitori del prezioso tubero si trova in Emilia-Romagna. Lo sostiene la Provincia di Modena, che ha reso note alcune cifre: in regione i raccoglitori autorizzati sono oltre 13 mila contro i 7 mila del Piemonte (la regione di Alba e del Monferrato), e i circa 8 mila di Umbria, Toscana e Marche.
Nel modenese (dove ogni anno, a Montefiorino, si tiene una importante sagra), e’ in crescita il numero di coloro che si avvicinano al mondo dei tartufi, un’attivita’ che consente anche di immergersi nella natura. Nel Parco di Santa Giulia (Palagano), i tartufai sono impegnati, in convenzione con la Provincia, nella manutenzione di alcune zone, in particolare un’area dove e’ stata impiantata, in collaborazione con l’Universita’ di Bologna, una tartufaia sperimentale. Si tratta di un bosco di 300 querce, piante micorizzate, che tra qualche anno dovrebbero produrre tartufi bianchi e neri.
Intanto la giunta comunale di Savigno (Bologna), cittadina famosa per il suo tartufo bianco, ha approvato un ordine del giorno in cui chiede maggiore visibilita’ per i tartufai italiani in sede legislativa. ”E’ necessario – si legge nel documento – legare il tartufo all’identita’ del suo luogo di produzione, costituendo un ‘percorso di tracciabilita” che non sia mortificato in nessuna componente e consenta di provvedere con strumenti certi alla tutela di un prodotto orgogliosamente italiano minacciato da contraffazioni”.