Per oltre 90 giorni nel 2002 la centralina di via Nonantolana a Modena ha registrato superamenti del valore limite di legge (50 microgrammi) delle polveri fini, mentre nel 2003 i superamenti sono già a quota 85, quando il numero massimo consentito per legge è 35.
E’ questo, in sintesi, il bollettino dell’inquinamento da polveri fini (pm10) nell’aria a Modena in questi ultimi due anni. L’andamento risulta simile anche in provincia dove a Carpi (via Remesina) i superamenti nel 2002 sono stati 51 mentre nel 2003 sono già 30.
I dati sono contenuti nel rapporto annuale dell’Arpa sulla qualità dell’aria che riporta i rilievi eseguiti dalla rete di monitoraggio costituita da 16 postazioni fisse di cui cinque a Modena, il resto sparse nel territorio provinciale soprattutto nel distretto ceramico, considerato zona a rischio, poi a Carpi, Campogalliano, Mirandola e Pavullo.
La causa principale del fenomeno polveri fini è il traffico. Sempre secondo i dati dell’Arpa delle 1500 tonnellate di polveri fini emesse nell’aria in anno nel modenese, oltre mille sono dovute al traffico, 400 all’industria e meno di cento al riscaldamento civile.
Sulla qualità complessiva dell’aria nel modenese emerge una sostanziale evoluzione positiva rispetto agli anni precedenti, con un costante, seppure leggero, miglioramento di tutti gli inquinanti: biossido di azoto e di zolfo, ossidi di azoto, monossido di carbonio, piombo e polveri fini. Rimane però critico l’andamento del biossido di azoto il cui valore medio annuale rimane al di sopra del valore limite.
Positivo anche l’andamento del benzene che negli ultimi tre anni non ha superato i valori limite stabiliti dalla legge per il 2005, anche se alcuni zone di maggior traffico nella città di Modena risultano ancora critiche, come evidenzia una campagna specifica di rilevamenti con la quale sono stati monitorati 73 punti in città.
Pubblicati anche i dati su una campagna specifica di rilevamento nell’area dell’inceneritore di Modena dalla quale emerge che l’impianto non ha effetti negativi sulla qualità dell’aria.
Infine una curiosità riportata nella ricerca. Anche gli allevamento zootecnici contribuiscono a peggiorare la qualità dell’aria attraverso la fermentazione intestinale degli animali e i liquami.