Per le donne modenesi la famiglia rimane al primo posto: il lavoro è importante ma deve lasciare spazio al privato. Questi i risultati di una ricerca, “Tempi delle aziende, tempi delle donne”, condotta su un campione di oltre 170 donne nelle provincie di Modena, Parma e Ferrara.

La ricerca, realizzata da Modena Formazione in collaborazione con Atcm, Centro documentazione donna, Cgil regionale e Fit-Cisl, ha coinvolto anche 56 testimoni privilegiati scelti tra esperti del mondo del lavoro, donne occupate e disoccupate, responsabili di aziende pubbliche e private, enti pubblici, sindacati e associazioni di categoria.
Per tutte la preoccupazione principale pare essere quella del tempo, in particolare per le donne occupate che contemporaneamente devono dedicarsi ai figli, alla casa, alla cura degli anziani… per un totale di 80 ore settimanali. Figli e mariti non paiono offrire un grande aiuto in casa e i servizi sono ancora insufficienti.
Significativamente le donne “in carriera”, che occupano un posto di responsabilità, sono nubili o separate.
Di fronte alla difficoltà di cambiare la mentalità del partner e, di conseguenza, la tradizionale divisione dei ruoli, l’alternativa potrebbe essere quella di estendere e migliorare i servizi, soprattutto scolastici.
Al momento tuttavia la parola chiave diventa “flessibilità”, intesa soprattutto come orario flessibile (part-time o banca delle ore), sacrificando però la possibilità di fare carriera.