Potrebbe essere esaminato venerdì
prossimo dal consiglio dei ministri il ddl di riforma della
scuola, ma nessuna decisione è stata ancora presa al riguardo. Il provvedimento, nella sua ultima versione circolata
informalmente, prevede il ricorso alla delega per la definizione
delle norme generali sull’istruzione e risorse finanziarie pari
a circa 123 milioni di euro dal 2002 al 2004.
Sulla controversa questione dell’età di ingresso alla scuola
dell’infanzia e alle elementari, l’ipotesi che sembra confermata prevede che dall’anno
scolastico 2002-2003 possano iscriversi al primo anno delle
materne i bambini che compiono i 3 anni di età entro il 28
febbraio 2003 e possano iscriversi al primo anno delle
elementari quelli che compiono 6 anni entro questa stessa data. Ulteriori anticipazioni dell’età di ingresso potranno essere
decise sulla base dei risultati dell’applicazione della legge
stessa. Dunque, anticipo sì, ma graduale e sulla scorta dei
risultati man mano valutati. Altra novità, nel caso appunto di ingresso anticipato alla
scuola dell’infanzia, potrebbe essere l’introduzione di nuove
professionalità e modalità organizzative nelle scuole materne.
Sarebbe confermata anche l’alternanza scuola-lavoro dopo i 15
anni, con la possibilità di effettuare stage nelle imprese ma
anche in enti del terzo settore. La formazione iniziale dei
docenti inoltre (laurea specialistica e tirocinio biennale, per
tutti i docenti) potrà prevedere stage all’estero.
Altro elemento di scontro, nelle scorse settimane,
è stato poi il carattere valutativo dei bienni in cui si
dovrebbe articolare l’intero percorso di studi, con il ‘via
libera’ o il ‘fermo’ per gli studenti alla fine di ogni biennio
(in seconda, quarta elementare e prima media). La
valutazione degli studenti, secondo le ipotesi sul tappeto,
potrebbe restare fissata al termine del biennio ma, se tale
modalità non dovesse risultare soddisfacente, dopo una prima
fase di applicazione si potrebbe ritornare alla valutazione anno
per anno.