Ogni anno ottocento persone nel nostro Paese muoiono perché sono nate nel posto sbagliato. A lanciare l’allarme è l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha condotto un’indagine su 15 aree a rischio di crisi ambientale, dimostrando che i rifiuti tossici delle industrie chimiche e alcune sostanze lavorate in quelle minerarie uccidono in quelle zone 800 italiani in più ogni anno rispetto alla media nazionale.
Persone che magari, se non avessero avuto la sfortuna di abitare dall’area del Lambro-Olona-Seveso a Gela, da Sarno a Taranto sarebbero oggi ancora vive. Un bilancio che potrebbe anche peggiorare, se si pensa al periodo di incubazione delle malattie tumorali, respiratorie, metaboliche e cardiovascolari, e alla lunga persistenza di molti inquinanti.