Sono state oltre 200 le persone che
si sono rivolte al Difensore civico della provincia di Modena,
Alfredo Clo’, ex magistrato, dal luglio del 2000 al luglio di
quest’ anno. Fra le istanze di cittadini, ci sono quelli che
hanno lamentato ritardi burocratici o il mancato rispetto dei
diritti, chiesto consigli e assistenza per un eventuale
contenzioso contro la Pubblica amministrazione.


In occasione della relazione annuale presentata al Consiglio
provinciale, Clo’ ha precisato che ”i cittadini vedono ormai
nel Difensore civico provinciale un garante dell’ imparzialita’
e del buon funzionamento della Pubblica amministrazione, anche
comunale e statale”. Nella relazione di Clo’ sono riportati i
casi piu’ rilevanti e piu’ curiosi affrontati nel corso dell’
anno. Ci sono le proteste di un comitato di cittadini di
Bomporto contro l’ installazione di un impianto di ripetitori
per telefonia cellulare, la richiesta di un gruppo di cittadini
di Montecreto, sull’ Appennino, di riaprire un tratto di strada
comunale trasformata in pedonale, ma ci sono anche cittadini
stranieri che lamentano ritardi nella dichiarazione dello status
di profugo. Fra i casi piu’ singolari, quello di chi ha chiesto
informazioni su come aggiungere al cognome del figlio il cognome
della madre appartenente a una famiglia nobiliare.
Nel corso della seduta di Consiglio e’ stato anche approvato
all’ unanimita’ un documento dove si chiede al Parlamento di
approvare una nuova legge che preveda l’ obbligatorieta’ del
Difensore civico. La Provincia infine ha offerto la possibilita’
ai 23 Comuni su 47 che ancora non hanno istituito il Difensore
civico di usufruire di quello provinciale, ma per ora un solo
Comune ha accettato questa opportunita’.