Con la proiezione ad ingresso gratuito del film “La Favorita” diretto dal regista greco Yorgos Lanthimos e interpretato da un cast all stars tra cui Olivia Colman, Rachel Weisz, Emma Stone e Nicholas Hoult si apre ufficialmente domani martedì 23 aprile alle ore 21.00 al Cinema Teatro Comunale di Bomporto la tredicesima edizione del Nonantola Film Festival, organizzato dall’omonima associazione affiliata Arci. Uno dei film di maggior successo della Stagione, vincitore del Gran Premio della Giuria e della Coppa Volpi Miglior Interprete Femminile (a Olivia Colman) alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2018, del Premio Oscar 2019 alla Miglior Attrice (Olivia Colman). Inoltre il film ha ricevuto 4 candidature e vinto un premio ai Golden Globes, 10 candidature e vinto 7 BAFTA, 13 candidature e vinto 2 Critics Choice Award.

Primi anni del XVIII secolo. L’Inghilterra è in guerra contro la Francia. Ciò nonostante, le corse delle anatre e il consumo di ananas vanno per la maggiore. Una fragile regina Anna siede sul trono mentre l’amica intima Lady Sarah Churchill  governa il paese in sua vece e, al tempo stesso, si prende cura della cattiva salute e del temperamento volubile della sovrana. Quando l’affascinante Abigail Masham arriva a corte, si fa benvolere da Sarah, che la prende sotto la sua ala protettiva. Mentre gli impegni politici legati alla guerra richiedono a Sarah un maggiore dispendio di tempo, Abigail si insinua nella breccia lasciata aperta, diventando la confidente della sovrana…

 

La recensione

Lo sguardo naturalmente cinico-impassibile del gran regista greco e il suo senso del sordido e del laido hanno modo di dispiegarsi pienamente a contatto con un materiale narrativo così congeniale. Tutto in La Favorita, dietro la smagliante confezione e la sontuosità delle scenografie e dei costumi che ne fanno (anche) un film per sciura, è degradato moralmente, tutto è marcio, tutto è interesse,  calcolo, strategia, inganno, gioco di maschere. Con personaggi che sono macchine guidata dall’avidità e dalla voglia di potere. Anche il sesso – lesbico e non – è rapacità, possessione dei corpi, loro controllo, tattica di conquista e dominio. Yorgos Lanthimos realizza il suo film più immediato, godibile e mainstream mantenendosi nel fondo fedele a se stesso. Ci pensa una regia assai determinata e consapevole del proprio progetto a trasformare un period movie di suo abbastanza qualunque in una fiera malsana e grottesca, in un delirio barocco marcio e lutulento che in certi passaggi richiama il più arrischiato Peter Greenaway (Luigi Locatelli, Nuovo Cinema Locatelli)