Preoccupano le criticità legate alla risorsa idrica, soprattutto ora che è stato già avviato il processo di aggiornamento degli strumenti applicativi della Direttiva acque europea (road map indispensabile per la vita agricola).

Attorno al fiume Po ruotano le progettualità volte a garantire una migliore gestione dell’acqua – uso potabile e irriguo – e buone condizioni di assetto idrogeologico del territorio. Tuttavia, il suo principale strumento di gestione lavora con le mani legate.

«Infatti, all’Autorità del distretto idrografico del fiume Po, istituita nel 2017, non è concesso di operare con pieni poteri: il Ministero dell’Ambiente non ha ancora emanato i decreti attuativi quindi non è stato neppure costituito il Comitato istituzionale. Pertanto, in assenza di tale organo, che prevede al suo interno anche le rappresentanze agricole, non è stato possibile attribuire al Segretario generale i poteri sostitutivi necessari al pieno funzionamento della struttura», dichiara Confagricoltura Emilia Romagna.

Fanno parte del distretto idrografico del fiume Po i Bacini interregionali del Reno, del Fissero-Tartaro-Canalbianco, del Conca-Marecchia e i bacini regionali Romagnoli. Tale distretto è stato istituito con legge n.221/2015 e successivo decreto n. 294/2016 al fine di razionalizzare e semplificare le funzioni sotto un ente unico, per l’appunto l’Autorità di bacino distrettuale, chiamata a definire il Piano di bacino distrettuale, i suoi programmi di intervento e relativi stralci, tra cui il Piano di gestione delle acque e il Piano di gestione del rischio alluvioni.

«È di tutta evidenza l’importanza di tale Ente per salvaguardare lo sviluppo del bacino padano – prosegue Confagricoltura Emilia Romagna – combattere la preoccupante siccità e perseguire al meglio gli obiettivi del Piano triennale di attuazione della Direttiva acque della Ue, ivi compreso il contrasto all’ingressione del cuneo salino. Chiediamo – conclude l’organizzazione degli imprenditori agricoli – che il Ministro provveda a emanare i decreti applicativi e che l’Autorità sia messa nelle condizioni di operare nel pieno delle sue competenze, sia in situazioni di emergenza che, in particolar modo, nell’espletamento delle attività di indirizzo, trasformando così il Po da “problema” a “valore” per l’economia, il lavoro e l’ambiente».