Nel 2018 rimane invariata l’inflazione in Italia (+1,2%), mentre a Bologna, dove a fine 2017 il tasso medio è risultato pari al +0,9%, nel 2018 passa a +1.4%. Gli aumenti più significativi riguardano i trasporti aerei, i carburanti, l’energia e il gas, mentre si spende molto meno per l’istruzione universitaria (-33,3%).

Nell’ultimo decennio la dinamica dei prezzi al consumo è stata altalenante sia in Italia che nella nostra città: dopo il rallentamento significativo registrato nel biennio immediatamente successivo alla crisi economica, l’inflazione ricomincia a salire e raggiunge valori sostanzialmente analoghi a quelli del 2008. Poi però c’è una nuova progressiva attenuazione che porta nel 2015 Bologna (-0,6% il tasso medio) e nel 2016 l’Italia (-0,1%) in una situazione di deflazione che non si registrava dal 1959. Nel 2017, invece, si torna a salire e il 2018 conferma questa tendenza, più accentuata a Bologna. L’analisi e i dati sono contenuti nello studio elaborato dall’Ufficio di Statistica del Comune di Bologna sulle tendenze dell’inflazione in città nel 2018.

Dunque a Bologna nel 2018 l’inflazione media sale al +1,4%. Dal confronto tra i capoluoghi di regione per i quali l’Istat diffonde il tasso medio dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività, Bologna è seconda dopo Bolzano che presenta il valore più elevato (+1,9%). Se guardiamo all’Emilia-Romagna, Bologna è quarta dopo Reggio Emilia (+1,8%), Forlì-Cesena (+1,7%) e Ravenna (+1,6%), in linea con il dato medio regionale (+1,4%).

Nel 2018 a Bologna i prezzi dei prodotti acquistati con maggior frequenza dai consumatori registrano un tasso tendenziale sempre positivo, anche se altalenante. In aumento nella prima parte dell’anno, il tasso tendenziale scende progressivamente a partire da agosto per poi tornare a risalire. Questa dinamica è in larga parte dovuta ai rialzi dei prezzi delle componenti più volatili dell’inflazione (vegetali freschi e carburanti in particolare). Questa tipologia raggruppa i prodotti e i servizi di uso pressoché quotidiano, come i generi alimentari, le bevande analcoliche e alcoliche, i tabacchi, le spese per l’affitto, i carburanti, i servizi di ristorazione. Altalenanti, ma con un andamento simmetrico rispetto a quelli a bassa frequenza, sono i prezzi dei prodotti a media frequenza di acquisto, fortemente influenzati dai prezzi dei servizi di alloggio. Il gruppo di questi prodotti comprende per esempio le spese per l’abbigliamento, le tariffe elettriche e quelle relative all’acqua potabile e allo smaltimento dei rifiuti, i medicinali, i servizi medici e quelli dentistici, i trasporti stradali, ferroviari, marittimi e aerei, i servizi postali e telefonici, i servizi ricreativi e culturali, i pacchetti vacanze, i libri, gli alberghi e gli altri servizi di alloggio. Sempre su valori attorno al 2,2%, con oscillazioni verso l’alto nella prima parte dell’anno, il tasso tendenziale dei prodotti a bassa frequenza di acquisto che comprendono elettrodomestici, servizi ospedalieri, acquisto dei mezzi di trasporto, servizi di trasloco, apparecchi audiovisivi, fotografici e informatici, articoli sportivi.

L’Ufficio comunale di Statistica ha poi elaborato anche per il 2018 la top ten dei rincari e quella delle diminuzioni. La variazione media annua più elevata vede al primo posto in graduatoria i servizi postali (+9%), seguiti dal trasporto aereo passeggeri (+8,2%),dai carburanti e lubrificanti per mezzi di trasporto privati (+6,8%), dal gas (+5,9%), dai vini (+5.3%), dall’energia elettrica (+4,5%), dai prodotti per animali domestici (+4,4%), dai combustibili solidi (+3,9%). Le diminuzioni dei prezzi più elevate vedono invece l’istruzione universitaria, in testa anche nel 2017 (-33,3%), gli apparecchi di ricezione, registrazione e riproduzione di suoni e immagini (-10,9%), gli apparecchi telefonici e telefax (-10,5%), i piccoli utensili ed accessori vari (-6,8%), gli apparecchi fotografici e cinematografici e strumenti ottici (-5,4%), le assicurazioni sui mezzi di trasporto (-5,3%), gli altri servizi per l’abitazione (-4,4%), i vegetali (-3,1%), le biciclette (-3%), i prodotti farmaceutici (-2,3%).

Si può consultare il consueto studio annuale redatto dall’Ufficio comunale di Statistica, nel quale viene analizzato l’andamento dell’indice dei prezzi nelle sue varie articolazioni, evidenziando gli aumenti e i cali dei prezzo più significativi; vengono inoltre messi a confronto i dati dell’inflazione nei capoluoghi di regione e in quelli dell’Emilia-Romagna. Per un’analisi più dettagliata è infine possibile consultare l’appendice statistica, in cui vengono esaminati gli andamenti delle varie divisioni e delle classi di prodotti e servizi, evidenziando i rincari e le diminuzioni più rilevanti.

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