“Per migliaia di ragazze e ragazzi di Modena e Reggio Emilia questi sono giorni decisivi, perché sono quelli in cui dovranno, con le loro famiglie, scegliere le scuole superiori. Questa decisione, supportata non solo dalle proprie attitudini ma anche dalle visite alle scuole tramite i cosiddetti ‘open day’, è davvero importante e dovrebbe tenere presenti più aspetti. Tra questi ci pare che quello di scegliere avendo in mente il lavoro che si potrà e vorrà fare (da dipendente o da lavoratore autonomo) sia un po’ sottovalutato”. Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato, è da sempre un grande fautore dell’impegno dell’associazione nel mondo della scuola, un impegno di oltre 100 incontri nel 2018, che è anche riservato all’orientamento scolastico nelle terze medie. La scelta, infatti, va fatta entro il 31 gennaio.

“A nostro avviso – prosegue Luppi – sono tre gli aspetti che occorre tenere in debito conto: il fabbisogno professionale del tessuto economico locale; il cosiddetto ‘skills mismatch’ ovvero il divario fra le competenze degli aspiranti lavoratori e quelle richieste dalle aziende; il punto di vista delle imprese e quello dei giovani e delle famiglie. Oltre il 98% delle imprese modenesi e reggiane sono micro o piccole che esprimono un fabbisogno estremamente diffuso sul territorio. Le principali professionalità ricercate sono soprattutto in ambito tecnico/scientifico, sia come qualità che come quantità, a Modena, ad esempio, sono richiesti in particolare ingegneri, tecnici di produzione, disegnatori industriali e informatici, sia analisti che programmatori, mentre a Reggio Emilia ingegneri, tecnici di produzione e saldatori”.

Il presidente Lapam prosegue l’analisi: “Tutti possono leggere e verificare le offerte di lavoro sui quotidiani o fermarsi davanti alle vetrine delle società di ricerca di personale e somministrazione lavoro e trovare conferma alle nostre parole. D’altra parte la grande concentrazione di imprese meccaniche sul territorio modenese e reggiano (rispettivamente ben 3.492 e 2.852), la loro diffusione in tanti differenti comuni, le loro specializzazioni produttive e le loro eccellenze in innovazione ed export, rappresentano una continuità economica e sociale per la nostra provincia e una solida prospettiva di lavoro e carriera professionale. Infine è bene ricordare che per le imprese le risorse umane giovani e preparate sono un importante fattore di produzione; il loro disallineamento o la loro carenza rappresenta un deficit e una minaccia. La scelta che si apprestano a fare le ragazze e i ragazzi, dunque, non è soltanto quella di una scuola, ma quella di aprirsi al futuro anche in chiave occupazionale. La disoccupazione giovanile a Modena sta calando (ora è al 13,4% dopo il picco del 38,6% del 2014) e a Reggio Emilia sta gradualmente calando ma è ancora alta (ora è al 24,7% dopo il picco del 33,5% del 2014), ma va comunque tenuta in conto. La scelta della scuola – conclude Luppi – è dunque strategica: non vi sono scuole di ‘serie A’ e altre di ‘serie B’ quando si parla di occupazione futura, i tre grandi settori in cui sono divise le superiori (professionali, tecnici e licei) hanno pari dignità. E per scegliere occorre tenere in mente anche quello che si intende fare da grandi”.