“È la pace l’anima dell’Europa. Furono quel desiderio di pace e di solidarietà tra i popoli, dopo le devastazioni dei due conflitti mondiali, che i padri fondatori vollero al centro della nostra Unione. E da 70 anni, entro i suoi confini, l’Europa ha garantito la pace. Così non è stato tutto attorno a noi: dall’Africa al Medio Oriente, una ‘guerra a pezzi’, come è stata definita dal Papa, ha coinvolto intere nazioni, comunità religiose e ha travolto, senza distinzione, donne, bambini, giovani. Nonostante piccoli spiragli di speranza si accendano persino nella martoriata Siria oggi, in occasione della Marcia, dobbiamo ribadire la necessità di riscoprire la pace quale pilastro della vita dell’Europa unita e quale valore cui ciascuno di noi è chiamato a contribuire”.

Con queste parole Romano Prodi sottolinea il significato della partecipazione alla quarta edizione della Marcia della Pace che apre il nuovo anno a Bologna.
Nata sull’onda degli attentati terroristici del 2015 a Parigi e del conflitto siriano su iniziativa della Comunità Papa Giovanni XXIII, si è rivolta da subito a tutte le associazioni confessionali e laiche, reti civiche, comunità, gruppi informali, realtà interculturali e semplici cittadini dando vita nel corso del 2016 all’esperienza del Portico della Pace, un luogo civico di incontro e confronto di ogni linguaggio, di ogni cultura e di ogni fede religiosa.
Con questo spirito la Marcia della Pace 2019 il 1° gennaio parte alle 15.30 da piazza VIII Agosto per arrivare in piazza del Nettuno dove alle 16.30 portano la propria esperienza persone che vivono quotidianamente cosa vuol dire promuovere la pace: Sara Manisera, giornalista freelance che abita a Beirut, Premio Archivio Disarmo “Colombe d’oro per la pace” 2018, Ettore Mazzanti, operatore di Medici Senza Frontiere Italia, Monica Caula del Comitato Riconversione della RWM di Iglesias, terza industria di armi del nostro paese, il Sindaco Massimo Bosso di Casalecchio di Reno, che fa parte della Rete Europea Città Interculturali.
La manifestazione è patrocinata dall’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, dalla Città Metropolitana di Bologna, dal Comune di Bologna e dall’Università di Bologna.
La Marcia 2019 non può che essere dedicata al diritto alla pace e all’accoglienza, nel rispetto della giustizia e della dignità, come ci ricordano le parole che Alessandro Bergonzoni, sostenitore di Mediterranea, ha scritto in questa occasione:
“Ci vuole sempre una marcia in più.
La guerra? Fa milioni di vivi, non solo di vittime. A noi salvarli, accoglierli, proteggerli, per “sicurezza” infinita. E, come per “decreto”, restituire l’usurpato a quei popoli, alle loro terre. S’apra l’era del “Risarcimento”: continuiamo a marciare sulle linee di “nonfine” stendendo i muri a terra e usandoli come ponti per unire come cordoni ombelicali, corridoi umanitari, mischiare, incarnare, perché la razza è solo un pesce che non deve annegare, e la preghiera non ha solo una religione. L’unica differenza che deve prender corpo dobbiamo farla noi, anche prendendo i corpi (ma ancora vivi), cambiando pelle, o senza crederla meglio di altre. E chi di spada ferisce? La smetta! Pace sulla terra, perché la guerra interra!
Spero che sia di una chiarezza disarmante”.
Il 1° gennaio 2019 donne e uomini, giovani e anziani, persone di origini, fedi e culture diverse, credenti e non credenti camminano insieme per ripudiare la guerra, per il bene comune, per una città solidale e accogliente.