“Ripristinare la definizione di additivo conservante del lisozima”, indicandolo obbligatoriamente “come tale nell’etichetta dei prodotti nei quali è impiegato, in coerenza con la classificazione europea della sostanza, nel rispetto delle scelte consapevoli del consumatore e soprattutto della tutela della salute”. Questa la richiesta avanzata ufficialmente oggi dalla Provincia di Reggio Emilia e da tutti i sindaci reggiani con una lettera inviata al ministro della Salute Giulia Grillo.

A poche ore dall’impegno da parte della Provincia e dei sindaci annunciato dalla consigliera delegata alla Valorizzazione, tutela e promozione territoriale Tania Tellini, arriva dunque questo primo risultato concreto. Nel documento inviato al ministro, il presidente della Provincia Giorgio Zanni e gli altri primi cittadini ricordano come “il formaggio Parmigiano Reggiano sia giustamente considerato una eccellenza sia dal punto di vista del consumo alimentare sia per quanto riguarda tutte le fasi della sua produzione, che vengono esclusivamente eseguite senza l’ausilio di conservanti, utilizzando solo materie prima naturali”.

La presa di posizione di Provincia e Comuni reggiani a seguito della declassificazione del lisozima – utilizzato per la produzione del Grana padano – da additivo conservante a adiuvante/coadiuvante tecnologico, nasce dal fatto che “in ogni modo e con ogni mezzo le amministrazioni devono tutelare e difendere gli interessi dei produttori di Parmigiano Reggiano che costituiscono storicamente un settore molto importante nel tessuto produttivo della provincia di Reggio Emilia” e “che a maggior ragione gli amministratori hanno il dovere di tutelare la salute dei consumatori ed il diritto della loro piena consapevolezza nella scelta dei prodotti alimentari”.

Da qui la richiesta di ripristinare la definizione di additivo conservante del lisozima, considerato che “non sono state fornite documentazioni scientifiche a supporto della declassificazione ad allergene di tale componente” ed anche che “è stato inspiegabilmente negato al Consorzio del Parmigiano Reggiano l’accesso agli atti presso il Ministero della Salute per visionare la documentazione”.

Sempre a proposito del Consorzio di tutela, il ricorso al Tar promosso avverso tale classificazione “verrà sostenuto da noi amministratori nei modi e nelle sedi opportune”, aggiungono il presidente Zanni e i sindaci reggiani ricordando come “per la Provincia di Reggio Emilia il settore lattiero caseario sia strategico non solo da un punto di vista economico-occupazionale, ma anche per la salvaguardia del territorio, oltre che per la sua rilevanza culturale e storica” e che “le amministrazioni pubbliche di questo territorio da sempre hanno messo al centro delle politiche economiche, agricole e territoriali la tutela delle denominazioni di origine legate al Parmigiano Reggiano ed il sostegno a tutta la filiera di produzione”.