I criteri di ammissione al travaglio-parto al Punto Nascita di primo livello presso l’Ospedale di Mirandola sono rimasti sempre gli stessi, consultabili nell’Allegato 1 al documento che specifica i requisiti richiesti nell’ambito della deroga concessa dal Ministero.

Nessun invio di donne in gravidanza da Mirandola a Carpi: “Quello di cui si parla – chiarisce Bianca Caruso, direttrice sanitaria dell’Azienda USL – è un’istruzione operativa su come gestire la gravidanza a basso/medio rischio che non modifica in alcun modo i criteri di accesso al Punto Nascita. Il testo riguarda ad esempio le modalità di attivazione della sala operatoria in emergenza e le modalità per consentire il mantenimento delle competenze cliniche del personale medico e ostetrico”.

Personale che vede l’ingresso di ben 9 nuovi medici tra UO di Ostetricia e Ginecologia e Consultorio a copertura completa del turnover. “Un risultato importante, che consente di continuare a garantire i necessari livelli di sicurezza e confidenza professionale rispetto alle procedure aziendali, proprio grazie ad una migliore definizione delle modalità operative di gestione della gravidanza, in sinergia e integrazione tra Punto Nascita di primo e secondo livello”. Oltre a ciò, simulazioni di interventi in emergenza, corsi di formazione e audit interni per il personale concorrono, insieme a tutti i potenziamenti effettuati, a garantire gli alti livelli raggiunti nel Punto Nascita: “Tra il 2017 e il 2018, a fronte di un calo della natalità tra il 2,5 e il 5% su tutto il territorio nazionale, nessun calo nel numero dei parti presso il PN da parte delle residenti nel Distretto (dati ad ottobre). I risultati sono positivi, si smetta dunque di dire che il Punto Nascita rischia la chiusura”.

Insieme ad azioni di miglioramento della qualità dell’assistenza, l’AUSL ha rafforzato la collaborazione con i consultori per l’offerta nei tempi di tutte le prestazioni inserite nei LEA (presa in carico della donna con programmazione diretta degli appuntamenti e visite di monitoraggio della gravidanza sin dal primo incontro; percorsi agevolati anche per pazienti seguite privatamente) e l’assistenza a mamma e bimbo nei primi 100 giorni dopo la nascita; ha svolto attività di promozione del Percorso e del Punto Nascita e di sostegno alla genitorialità. A ciò si aggiunge: guardia anestesiologica e pediatrica-neonatologica h24, doppio turno ostetrico h24, attivazione dei protocolli per stabilizzazione e trasporto dei neonati critici e attrezzature (cardiotocografo, ecotomografo portatile, tavolo di sala operatoria e strumentazioni per la pediatria e la ginecologia), una nuova ambulanza e potenziamento della rete di elisoccorso notturno.

Nessun depotenziamento del Santa Maria Bianca, che al contrario mostra chiaramente di aver ripreso vigore: dal sisma 2012 gli interventi chirurgici sono aumentati (da 1000 ai 1800 nel 2013 fino ai 2100 nel 2017) mentre sulla rete provinciale chirurgica Mirandola ha ripreso il suo ruolo di Hub per la riabilitazione ortopedica anche grazie a 10 posti dedicati a tale funzione riattivati nel corso del 2017, ove opera una équipe multidisciplinare con fisiatra, fisioterapista e medico internista dedicati ai pazienti ortopedici ed anche neurologici (post-ictus o successiva ad interventi di protesica).

In risposta alle esigenze dell’Area Nord sono state valorizzate le specificità delle attività in Area Medica, con la definizione di tre aree di identità prevalente: Cardiologia, Medicina, Pneumologia. Quest’ultima è, inoltre, punto di riferimento provinciale per l’assistenza di pazienti con SLA in telemedicina e per tutto il percorso diagnostico/terapeutico e di follow up sui disturbi del sonno. A testimonianza dell’alta qualità anche l’area chirurgica multidisciplinare per i pazienti operati da specialisti dermatologi, otorinolaringoiatri, urologi, e chirurgi vascolari.

“È priorità del 2019 – conclude Caruso – continuare a valorizzare la vocazione delle singole équipe chirurgiche e i punti d’eccellenza, così come l’attivazione del Day surgery ortopedico con un nuovo professionista dedicato, l’acquisizione della strumentazione endoscopica gastroenterologica in 3D, e la termoablazione laser dei noduli tiroidei che permetterà di evitare l’intervento chirurgico”.

Negli ultimi 15 anni sono stati investiti, in tecnologie per l’Ospedale di Mirandola, quasi 12 milioni di euro – anche grazie alle donazioni -, di cui 5 solo nell’ultimo quinquennio, con l’acquisizione di circa 600 nuove apparecchiature, a testimoniare l’elevato livello di turn-over tecnologico che lo rende un punto molto importante e degno di nota della rete ospedaliera provinciale.