Nella giornata di ieri si è svolto l’incontro presso la regione Emilia Romagna per fare il punto sulla situazione attuale e le prospettive degli stabilimenti del Gruppo Fca in regione (Maserati, VM Motori e Magneti Marelli).
All’incontro erano presenti i rappresentanti della Regione, dei Comuni dove sono insediati gli stabilimenti e Fim Fiom e Uilm provinciali.

La Fiom/Cgil ha esplicitato le preoccupazioni esistenti da tempo per lo stabilimento di Maserati Auto di Modena di cui ad od oggi non è ancora chiaro il piano industriale che possa chiarire se e quali modelli saranno prodotti e in quali tempi potranno essere messi in produzione.
Nel frattempo la situazione congiunturale di Maserati sta peggiorando giorno dopo giorno con l’aumento progressivo in questi anni dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali (oggi è in essere un contratto di solidarietà) con un maggior impatto di giornate di sospensione su ogni singolo lavoratore che potrebbe addirittura andare oltre le 10 giornate al mese. Inoltre, all’apertura del CdS, la direzione aziendale ha dichiarato un esubero temporaneo di 132 addetti in produzione su 221 attualmente in forza, sottoscritto dalle organizzazioni firmatarie del CCSL (Fiom esclusa).
Oggi abbiamo un’azienda a due velocità: un’area progettazione in espansione e un’area produttiva che si sta restringendo, basti pensare che nel 2018 si produrranno solo 2.400 vetture, di cui 1.800 a marchio Maserati, a fronte di una capacità produttiva installata pari a 7-8.000 autovetture annue.
Stupiscono le certezze del coordinatore nazionale Fim/Cisl Gruppo Fca Ferdinando Uliano uscite a mezzo stampa sui nuovi modelli, che dal suo punto di vista, verranno allocati in Maserati Auto a Modena, quando ad oggi non è trapelata da parte aziendale alcuna informazione in tal senso.

Per quello che riguarda VM Motori di Cento di Ferrara le preoccupazioni sono simili in quanto a fronte dell’incertezza sul futuro dei motori diesel, ad oggi, non è stata chiarita dalla direzione aziendale la mission futura di questo stabilimento e se c’è qualche idea di produzioni alternative che possano agevolare la transizione ad altre produzioni. La futura uscita del nuovo V6 non é  ritenuta sufficiente a dare una prospettiva stabile alla produzione. Attualmente in VM Motori persiste un contratto di solidarietà che prevede un esubero temporaneo di 476 persone su 821, anche in questo caso firmato dalle sole organizzazioni firmatarie del contratto Fca (Fiom esclusa).

Per quanto riguarda Magneti Marelli di Bologna e Crevalcore dopo la vendita annunciata alla multinazionale Calsonic Kansei, che si perfezionerà entro giugno 2019, le preoccupazioni sono relative al piano industriale che ad oggi non è conosciuto.  Importante é l’accordo pluriennale di fornitura con Fca, ma riteniamo debba essere seguito da un confronto sindacale al fine di garantire la continuità degli stabilimenti bolognesi sia in termini di sviluppo che occupazionali.

La Fiom/Cgil ha evidenziato il bisogno di un piano industriale complessivo del Gruppo Fca che rilanci la produzione delle auto nel nostro paese, in quanto oggi esiste una capacità produttiva installata pari a 1 milione 400.000 veicoli e oggi se ne produco solo 700.000.
Riteniamo che si debba evitare lo spezzatino delle produzioni che porti a un progressivo ridimensionamento del perimetro aziendale Fca nel nostro Paese, poiché in questi anni, a partire dallo spin-off di Ferrari sino alla vendita di Magneti Marelli, operazioni di tipo puramente finanziario che risponde alle logiche degli azionisti, ma dall’altro porta ad un depauperamento del core business del Gruppo in Italia.
A maggior ragione se parliamo di Magneti Marelli, in un momento in cui si discute della conversione dei veicoli da motori termici a motori elettrici, è industrialmente poco funzionale la vendita di un’azienda dove tale tecnologia può essere sviluppata.

Importante e utile è stato il confronto con i rappresentanti della Regione Emilia Romagna e dei Comuni interessati, in quanto si sono condivise queste preoccupazioni e si ritenuto indispensabile e urgente un intervento del Governo che possa aprire un tavolo di confronto con l’azienda a livello nazionale sul futuro di Fca in Italia per capire anche le possibili ricadute sugli stabilimenti emiliani.

Si è convenuto altresì di tenere monitorato tutto l’indotto in Emilia Romagna che lavora per Fca in quanto le decisioni sulle quantità di produzione chiaramente ricadranno anche su chi lavora in conto terzi per gli stabilimenti del Gruppo.

In vista dell’incontro nazionale che si terrà a fine novembre tra l’azienda e le organizzazioni sindacali, si è convenuto con le istituzioni regionali di incontrarsi nuovamente nelle settimane seguenti per fare il punto della situazione alla luce delle novità emerse.