L’artigianato è sempre più dipinto di rosa. Le imprese a guida femminile crescono, in particolare quelle artigiane. Lo rivela una ricerca di Confartigianato Lapam a livello nazionale, con dati molto interessanti circa la presenza di lavoratrici autonome sul nostro territorio.

In Emilia Romagna sono 16.866 le imprese artigiane individuali femminili a giugno 2018 (l’1,1% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), mentre superano le 37mila (37.149 per la precisione) le donne che hanno cariche in imprese artigiane. Numeri che pongono l’Emilia-Romagna alle spalle della sola Lombardia e davanti a Veneto e Piemonte. A Modena sono 6.508 le donne con cariche nelle imprese artigiane, un numero che pone la nostra provincia al dodicesimo posto in Italia come valore assoluto e in regione dietro alla sola Bologna (che ha una popolazione superiore di quasi 250mila persone). Le imprese artigiane individuali femminili a Modena a giungo 2018 sono 2.778, lo 0,9% in più dell’anno precedente. A Reggio Emilia sono 4.642 le donne con cariche nelle imprese artigiane, un numero che pone la nostra provincia al ventunesimo posto in Italia come valore assoluto e in regione dietro alle sole Bologna e Modena. Le imprese artigiane individuali femminili a Reggio Emilia a giugno 2018 sono 2.062, il 2,3% in più dell’anno precedente. L’imprenditoria in rosa, dunque, cresce nonostante le difficoltà nel fare impresa che, per le donne, sono acuite dagli impegni di cura a livello familiare, ad esempio, e da altri fattori di oggettivo svantaggio.

A Modena, restando sui dati delle ditte artigiane individuali femminili, emersi dalla ricerca Lapam Confartigianato, è interessante rilevare la consistenza dei vari settori: hanno la meglio i servizi alla persona (1.283 imprese, il 46,2% del totale con un incremento dello 0,6%), aumentano i dati dei servizi alle imprese (445, il 3,2% in più dello scorso anno) e del manifatturiero (868, +1,2%), mentre scende il comparto costruzioni con 177 ditte e un segno meno del 2,7%.

Per quanto riguarda Reggio Emilia è interessante rilevare la consistenza dei vari settori: la parte del leone la fanno i servizi alla persona (977 imprese, il 47,4% del totale con un incremento dell’1,9%), crescono i dati dei servizi alle imprese (301, lo 0,7% in più dello scorso anno) e del manifatturiero (678 con un balzo in avanti del 4,3%), mentre cala il comparto costruzioni con 100 ditte e un segno meno dell’1%.

Un focus, molto significativo, è legato al credito: in Italia, a fronte dei 516,9 miliardi di euro di valore aggiunto al femminile pari ad un terzo del valore aggiunto totale, i finanziamenti alle imprenditrici rimangono in territorio negativo: tra giugno 2012 e luglio 2018 i prestiti lordi alle aziende guidate da donne hanno fatto segnare un calo del 2,2%. “Le donne che fanno impresa, soprattutto chi con coraggio apre una ditta individuale, si trovano di fronte a grandi difficoltà – fa notare Cinzia Ligabue, presidente Donne Impresa Lapam -. Pensiamo proprio al credito, troppo spesso è ancora necessaria la firma di un uomo per accendere un finanziamento e questo è inaccettabile. Pensiamo poi alla cura della famiglia che le donne sopportano in modo molto maggiore rispetto agli uomini: per questo riteniamo che vadano fissati obiettivi e interventi strutturali in termini di servizi per le famiglie, per il welfare e per la conciliazione di lavoro e famiglia”.