Al via a Bologna la più grande Chirurgia vascolare d’Italia. Una unica unità operativa interaziendale  servirà, infatti, tutta l’area metropolitana, un territorio con 1 milione di abitanti. Sei gli ospedali coinvolti: due per le emergenze e le malattie delle arterie (Policlinico di Sant’Orsola e Ospedale Maggiore) tre (Bazzano, Budrio e Imola) per le malattie venose e Rizzoli per interventi ortopedici e vascolari associati.. Un altro passo avanti sul fronte di un’integrazione tra Aziende con percorsi di cura che garantiscano ai pazienti un più idoneo trattamento, nella sede opportuna.

La ‘rivoluzione’ della chirurgia vascolare a Bologna, che consentirà anche un taglio delle liste d’attesa, è stata presentata oggi nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il presidente della CTSS Metropolitana nonchè assessore alla Sanità del Comune di Bologna Giuliano Barigazzi, il direttore generale del Policlinico di Sant’Orsola Antonella Messori, il direttore sanitario dell’Azienda Usl di Bologna Francesca Novaco, il direttore generale dell’Azienda Usl di Imola Andrea Rossi e il direttore della Unità operativa di Chirurgia vascolare Andrea Stella.

Gli obiettivi del progetto interaziendale

La chirurgia vascolare negli ultimi decenni ha visto uno sviluppo significativo di nuove tecniche e tecnologie, non ultime quelle endovascolari. A partire dalla metà degli anni 2000 sono stati pubblicati numerosi studi che dimostrano una relazione tra volumi di attività e prognosi, in particolare per gli aneurismi dell’aorta addominale, con una significativa diminuzione della mortalità a 30 giorni.

Da queste considerazioni è nato il progetto che ruota su due capisaldi: unificare in un’unica unità operativa l’attività; specializzare ogni ospedale per garantire la massima efficacia ed efficienza  e per ottimizzare l’uso delle sale ibride ad alta tecnologia del nuovo Polo Cardio toraco vascolare del Sant’Orsola per le patologie complesse, che ne prevedono l’utilizzo prioritario. Obiettivo non secondario è inoltre quello di ampliare la rete formativa per gli studenti della Scuola di Specializzazione.

Un’unica Unità operativa per l’area metropolitana

Con la sottoscrizione di un accordo quadro e con la successiva convenzione tra Azienda Ospedaliero Universitaria, AUSL di Bologna , AUSL di Imola e Università, le Aziende hanno delegato le funzioni di Chirurgia vascolare alla struttura del Policlinico di Sant’Orsola, che assume così valenza metropolitana. Il personale medico rimane in carico alle due Aziende, ma viene assegnato temporaneamente allo svolgimento delle funzioni delegate facendo parte di una unica equipe che ruoterà nelle varie sedi operative. Il direttore dell’unica Unità operativa è responsabile così della programmazione delle attività e della negoziazione del budget, in tutte le sedi.

L’attività sarà organizzata in quattro programmi, dedicati rispettivamente a patologie dell’aorta, patologie delle carotidi, arteriopatie obliteranti e riorganizzazione e gestione delle attività ambulatoriali. L’Unità operativa potrà contare su 15 medici, cui si aggiungerà 1 medico presso l’Ausl di Imola. Per la rimodulazione delle attività su più sedi l’organico di infermieri, operatori socio sanitari e tecnici di radiologia potrà essere rafforzato in base alle esigenze che si manifesteranno.

Chirurgia vascolare, le vocazioni dei diversi ospedali

Le emergenze continueranno ad essere trattate sia al Policlinico di Sant’Orsola sia per quel che concerne i traumi all’Ospedale Maggiore, sedi HUB individuate per le patologie di alta complessità. Per le attività programmate, invece, la creazione di un’unica Unità operativa interaziendale porterà alla creazione di una lista di attesa unica, presso la sede dell’Unità operativa, per l’accesso alle prestazioni e la ripartizione delle attività tra diversi ospedali, consentirà un taglio significativo alle liste stesse.

Patologie dell’aorta

I casi trattati prima dell’avvio della stesura del progetto, erano state annualmente 298, suddivisi tra il Sant’Orsola (240) e il Maggiore (58). Si prevede che tutta la casistica venga trattata all’interno delle nuove sale ad altissima tecnologia del Polo Cardio toraco vascolare del Policlinico, fatte salve le urgenze dovute a traumi (indicativamente 15/anno). Obiettivo finale è arrivare a circa 350 interventi/anno.

Patologie delle carotidi

Attualmente le patologie delle carotidi, in tutto 387/anno, sono suddivise in modo tutto sommato omogeneo tra i due poli ospedalieri cittadini (211 Sant’Orsola e 176 Maggiore). Nel progetto di riorganizzazione l’attività è concentrata all’Ospedale Maggiore, tranne le patologie da trattare in sala ibrida che resteranno al Policlinico. L’obiettivo è arrivare a 537 casi/anno, con un taglio deciso alle liste d’attesa.

Arteriopatia obliterante

Attualmente i casi trattati annualmente sono 444, di cui 280 al Sant’Orsola e 164 al Maggiore, comprese 104 amputazioni. La specializzazione prevede uno spostamento di otre il 50% dei pazienti dal Policlinico al Maggiore. Al Sant’Orsola rimarranno gli interventi di rivascolarizzazione in pazienti particolarmente complessi e quelli che necessitano di trattamento endovascolare o ibrido.

Il percorso di bassa complessità, relativo alle patologie venose degli arti inferiori sarà concentrato negli ospedali di Imola  Budrio e Bazzano. Complessivamente presso l’ospedale di Imola saranno eseguiti interventi per fistole artero-venose su pazienti con insufficienza renale e interventi chirurgici per patologia venosa degli arti inferiori e saranno garantite consulenze ambulatoriali per la valutazione di pazienti affetti da patologia vascolare arteriosa e per il trattamento del piede diabetico, queste ultime sia ad Imola sia a Castel San Pietro.

I medici dell’Unità operativa metropolitana presteranno consulenze all’Istituto Ortopedico Rizzoli ogni qualvolta un intervento chirurgico particolarmente complesso richiederà anche questo tipo di competenza.

Il progetto di integrazione, a fronte di questa ampia e diffusa attività chirurgica, prevede anche una rimodulazione delle attività ambulatoriali al fine di garantire un miglior collegamento con gli ospedali e soddisfare le richieste dei pazienti sia da un punto di vista logistico che numerico.