“Un provvedimento che determinerà gli effetti opposti agli obiettivi dichiarati e che si dimostrerà inefficace producendo più clandestini. La combinazione dell’abolizione della protezione umanitaria e lo snaturamento del sistema SPRAR, due delle norme contenute nel decreto legge sicurezza e immigrazione, porteranno a questo risultato. Ci saranno ripercussioni sulla sicurezza delle città perché la clandestinità comporta il rischio di un aumento dei reati”.

E’ questa la valutazione del Sindaco Virginio Merola che ha affrontato questa mattina, assieme alla giunta, una prima discussione sui contenuti del decreto presentato ieri dal Presidente Giuseppe Conte e dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini. A preoccupare la giunta è soprattutto l’effetto che il provvedimento avrà sul sistema SPRAR: con il decreto, infatti, Bologna potrebbe dovere ospitare un centro di accoglienza di grandi dimensioni con il rischio di alimentare tensioni sociali. E’ il contrario della politica che il Comune di Bologna ha realizzato in questi anni creando con successo il primo sistema SPRAR metropolitano d’Italia, che ha distribuito sul territorio i migranti determinando una presenza equilibrata nei vari Comuni. A questo si aggiunge un altro tassello fondamentale, quello dell’estrema difficoltà nell’effettuare i rimpatri per la mancanza di accordi con i paesi di provenienza. Il decreto stabilisce anche delle distinzioni di dubbia costituzionalità sui diritti delle persone.
Occorrerà una ulteriore e approfondita valutazione delle disposizioni contenute nel decreto, che è ora al vaglio del Presidente della Repubblica, anche per considerare gli aspetti legati alla possibilità che l’hub di via Mattei possa essere trasformato in un Centro per il rimpatrio. Infatti, secondo l’attuale stesura, l’obiettivo originario dei CPR viene meno.