In merito alle affermazioni della Cna modenese uscite in questi giorni anche sul nostro quotidiano, Herambiente desidera fornire alcune precisazioni che possono aiutare a comprendere meglio il contesto attuale nel quale si collocano le attività di trattamento e smaltimento dei rifiuti.

Spesso, infatti, quando si parla di rifiuti si prendono in considerazione esclusivamente quelli di natura urbana, prodotti in sostanza dalle famiglie. Ma questi costituiscono solo il 20% dei rifiuti complessivi. La restante parte, l’80% del totale, quindi quantitativamente molti di più, sono rifiuti provenienti dalle imprese (derivanti inevitabilmente dai loro processi produttivi) al servizio delle quali operano anche gli impianti di Herambiente.

Da questo dato partiamo per assicurare alla Cna che le loro preoccupazioni sono anche le nostre e che Herambiente ha ben chiara la propria funzione sul territorio. Non sono accettabili quindi né le critiche espresse né i termini usati, tanto più che le politiche e le attività autorizzative fanno capo a Enti preposti.

L’associazione ha però sollevato un tema di estrema attualità. E’ di questi mesi, ad esempio, la notizia che il blocco da parte della Cina delle importazioni di rifiuti dall’estero sta mandando in crisi tutte le filiere del recupero dei paesi europei, con gravi danni economici anche alle imprese coinvolte del nostro Paese, che vedono ridursi il mercato potenziale al quale destinare le materie recuperate per il loro riciclo.

Purtroppo l’Italia è sempre stata carente dal punto di vista impiantistico, senza un sistema di gestione industriale dei rifiuti efficace ed efficiente. Realizzare nuovi impianti nel settore è molto complesso: non a caso, oltre a iter burocratici molto lunghi, si cita spesso la sindrome nimby (not in my back yard). Questa complessità genera nel migliore dei casi gravi ritardi nella realizzazione dei nuovi e necessari impianti, nel peggiore la cancellazione totale dei progetti, anche qualora ci siano le risorse a disposizione e gli impianti stessi siano già previsti nella pianificazione regionale.

Herambiente ha investito molto in questi anni in impianti di recupero in regione e fuori regione, sia per i rifiuti urbani che per quelli industriali, non solo rafforzando la parte impiantistica ma anche con soluzioni societarie dedicate ai rifiuti speciali. Però, per quanto ampia sia la piattaforma impiantistica, in caso di ritardi negli iter autorizzativi possono esserci delle criticità nel soddisfare completamente le richieste della clientela.

Per soddisfare comunque le richieste, il Gruppo Hera ha avuto la capacita di creare dei rapporti di partnership con aziende europee in paesi in cui, come la Germania o la Francia, gli impianti idonei si continuano a fare garantendo costi certi e limitati alle aziende.

Senza alcun dubbio avere la possibilità di gestire in autonomia all’interno dei confini nazionali le filiere dei rifiuti in modo completo garantirebbe benefici ambientali, ad esempio la riduzione delle emissioni di CO2 derivante dalle minori distanze del loro trasporto, e benefici economici a livello Paese, accrescendo la competitività delle imprese e l’occupazione.

L’Azienda assicura quindi a Cna che sta facendo tutto quanto è possibile per rispondere alle esigenze del territorio ed è disponibile in qualsiasi momento a un confronto con l’associazione per approfondire ed entrare nel merito del problema, ristabilendo correttamente a chi fanno capo le responsabilità di questa situazione.