Si era preso una giornata di riposo per andare a vedere una casa che aveva intenzione di acquistare. E’ invece dovuto tornare in servizio quando, affacciatosi alla finestra ha notato, nel cortile di una vicina abitazione, una serra risultata poi essere adibita a coltivazione di marijuana. Una decina di piante alte oltre un metro amorevolmente curate da una giovane coppia ora finita nei guai.

Con l’accusa di concorso in coltivazione e produzione di stupefacenti i carabinieri di Boretto hanno denunciato alla Procura reggiana un operaio 33enne e la moglie 28enne, sequestrando loro quanto illecitamente detenuto.

E’ accaduto l’altra mattina quando un carabiniere, libero dal servizio, mentre si trovava nel balcone di un’abitazione che intendeva acquistare, avvertendo l’odore tipico della cannabis indica, notava nel cortile di una casa vicina una serra che riteneva adibita alla coltivazione di marijuana. In attesa dell’arrivo dei militari in ausilio, il carabinieri si recava nei pressi del muro di cinta dell’abitazione in questione, verificando all’interno della serra l’effettiva presenza di piante di marijuana. All’arrivo dei colleghi, avuta la presenza dei proprietari, veniva dato corso a una perquisizione che portava al rinvenimento all’interno della serra di una decina di piante alte oltre un metro, sequestrate unitamente all’impianto di irrigazione. All’interno dell’abitazione venivano successivamente rinvenuti diversi prodotti specifici (fertilizzanti e nutrienti per piante) per la coltivazione della marijuana oltre ad un box con impianto di illuminazione a led. Nella mansarda, occultata all’interno di un vecchio mobile, veniva rinvenuta una carabina ad aria compressa calibro di 4,5 risultata di proprietà del defunto padre del 33enne che tuttavia non l’aveva denunciata. L’arma veniva sequestrata con il 33enne denunciato per detenzione abusiva di armi. I due coniugi venivano invece denunciati per concorso in coltivazione e produzione di stupefacenti.