Abbiamo appena appreso della morte di Sergio Marchionne. Vanno certamente riconosciute le sue doti di manager e uomo di finanza che ha saputo risanare i bilanci e rilanciare i marchi ex-Fiat.
Non lo ricorderò, invece, come un manager che ha saputo migliorare le condizioni contrattuali dei lavoratori.
La Fiom, in questi anni, si è aspramente confrontata con l’ex amministratore delegato che ha rappresentato un modello di relazioni sindacali, che è stato all’origine di un profondo conflitto con la Fiom.

I problemi da anni denunciati dalla Fiom nel Gruppo (Fca, Cnh, Ferrari e Magneti Marelli), a partire dalle modifiche al contratto applicato ai lavoratori (che hanno inasprito le stesse relazioni con la Fiom) sino all’incertezza sul futuro di alcuni stabilimenti italiani, sono ancora problemi aperti, in quanto legati ad una nuova idea di rapporto tra capitale e lavoro introdotta dal dottor Marchionne, che, a mio parere, è funzionale all’aumento degli utili degli azionisti, ma penalizza i lavoratori. E per questo non può trovarmi d’accordo.

Come già dichiarato dalla segretaria nazionale della Fiom/Cgil Francesca Re David, Marchionne è stato un avversario di cui riconosciamo il valore. Alla famiglia vanno le condoglianze della nostra organizzazione.

(Cesare Pizzolla, segretario Fiom/Cgil Modena)