A Reggio Emilia l’export manifatturiero delle micro e piccole imprese (fino a 50 addetti) continua a volare, così come cresce in modo ancora più netto l’export manifatturiero in generale. Una ricerca di Confartigianato Lapam, dice che la nostra provincia nel primo trimestre 2018 ha fatto registrare un aumento termini assoluti del 6,2% (a quota 2 miliardi, 681 milioni e 200mila euro) all’undicesimo posto in Italia, mentre nei settori a più alta concentrazione di micro e piccole imprese (e qui parliamo di prodotti alimentari, tessile, abbigliamento, prodotti in metallo esclusi macchinari, legno, mobili, articoli in pelle, gioielleria e occhialeria) la crescita è meno netta: +4,4% rispetto al primo trimestre 2017, mentre rispetto allo stesso trimestre del 2016, due anni fa, si registra una crescita del 4,3%. In termini assoluti i settori a più alta concentrazione di micro e piccole imprese esportano merci per 714 milioni di euro, un numero che pone Reggio Emilia nella top ten in Italia, al decimo posto assoluto.

“La crescita dell’export manifatturiero nella nostra provincia – rimarca il Presidente Generale Lapam Confartigianato, Gilberto Luppi – dimostra che il dinamismo delle imprese reggiane continua a essere ai vertici dell’intero Paese. C’è poi un dato che è clamoroso: mettendo insieme Reggio Emilia e Modena, due territori che insieme hanno poco più di 1 milione e 200mila abitanti, l’export manifatturiero complessivo raggiunge i 5,9 miliardi di euro, secondo alla sola Milano e davanti a realtà molto più grandi.

Venendo alle micro e piccole imprese, non dobbiamo mai dimenticare che rappresentano un valore aggiunto tipicamente italiano e particolarmente importante nel nostro territorio soprattutto pensando al manifatturiero. Non di rado, come dicono anche questi studi, sono le Mpi a mantenere occupazione e a crescere, con gradualità ma in modo costante ed è necessario sostenere questa tipologia di imprese perché aiuta tutti. Le potenzialità di crescita e di sviluppo, anche a livello occupazionale, ci sono ma senza un sostegno a livello legislativo è sempre più difficile restare sui mercati e soprattutto su quelli, sempre più competitivi, dell’estero. Come Lapam – conclude Luppi – stiamo implementando il nostro ufficio internazionalizzazione proprio per fornire risposte sempre più adeguate a chi va all’estero per vendere i propri prodotti”.