Il progetto “Il genio di Paz. Andrea Pazienza trenta anni dopo” è concepito per ricordare Andrea Pazienza a trent’anni dalla sua scomparsa. Il grande fumettista e illustratore è unanimemente considerato uno dei grandi artisti dell’epoca contemporanea che ha rivoluzionato il disegno e la scrittura del fumetto tradizionale. Il progetto si compone di uno spettacolo teatrale, un incontro pubblico e una mostra.

Lo spettacolo teatrale a ingresso libero si terrà venerdì 15 giugno alle ore 21 al teatro Dadà. E’ uno spettacolo diretto e interpretato da Andrea Santonastaso dal titolo “Mi chiamo Andrea, faccio fumetti” che viene considerato il migliore spettacolo teatrale italiano dedicato al fumettista. Attraverso la lettura di brani originali, tavole di fumetti, canzoni degli anni ’70 e ’80, si ripercorre la carriera artistica di Andrea Pazienza durante le sue varie fasi, dagli esordi al liceo artistico alla Bologna percorsa dalle proteste universitarie del ’77, fino alla tragica scomparsa.

L’incontro programmato alle ore 17 di sabato 23 giugno nella sala “G. degli Esposti” della biblioteca comunale, riunisce diversi esponenti della stagione bolognese di cui Andrea Pazienza è stato protagonista, oltre a esperti e giornalisti. Saranno presenti, tra gli altri, Franco “Bifo” Berardi, saggista, leader del movimento bolognese del ’77 e co-fondatore di Radio Alice; Franco Giubilei giornalista de “La Stampa” con all’attivo due volumi su Andrea Pazienza; Giuseppe Palumbo fumettista, autore delle tavole di “Mare d’inverno” da una storia originale di Andrea Pazienza; Nino Pellacani allievo di Andrea Pazienza alla Scuola di Fumetto e Arti Grafiche Zio Feininger di Bologna. Presenta l’incontro Michele Smargiassi giornalista di “Repubblica”.

La mostra a entrata libera, che inaugura sabato 23 giugno a Palazzo Piella alle ore 19, restituisce uno spaccato dell’arte dell’autore attraverso una scelta di famose storie a fumetti e illustrazioni riprodotte in grande formato e alcune tavole originali. La novità assoluta sarà la presentazione in anteprima di una sceneggiatura inedita di Andrea Pazienza illustrata per l’occasione dal fumettista Giuseppe Palumbo pubblicata nel numero di giugno della rivista Linus in uno speciale dedicato all’anniversario della scomparsa di Andrea Pazienza, qui esposta per la prima volta in originale.

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Biografia (dal sito ufficiale www.andreapazienza.it)

Andrea Pazienza nasce a San Benedetto Del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, il 23 maggio del 1956. Il padre Enrico Pazienza insegna Educazione artistica e la madre Giuliana Di Cretico Educazione tecnica. La famiglia vive a San Severo, in provincia di Foggia, dove Andrea scopre il disegno e sperimenta il suo talento. «Il mio primo disegnino riconoscibile l’ho fatto a 18 mesi – dice su Corto Maltese di novembre del 1983 – Era un orso. Questo testimonia quanto era forte in me il bisogno di disegnare». Ha solo dodici anni quando si trasferisce a Pescara per studiare. Qui prende il via la sua carriera, sia per la realizzazione dei primi fumetti che per le frequentazioni artistiche che lo portano a esporre prima e a diventare poi, giovanissimo, cotitolare della galleria “Convergenze”, frequentata da pittori e intellettuali della città abruzzese. A Pescara nasce anche l’amicizia con Tanino Liberatore Sbarca a Bologna nel 1974 per iscriversi al Dams, ma sarà subito completamente assorbito dal lavoro di fumettista e non si laureerà mai. Un solo esame lo separa dal traguardo, ma lui non se la sente di affrontare Umberto Eco passare “Estetica”.La frequentazione degli ambienti universitari, specie degli studenti fuorisede che si raccolgono a Bologna da mezzo Paese, sarà però il brodo primordiale da dove prenderà la maggior parte dell’ispirazione artistica. Quel mondo caotico e scalcinato fatto di politica ed esplorazioni sessuali, discussioni interminabili e pasti saltati diventa la scenografia all’interno della quale Andrea muove i suoi personaggi.

L’Italia si accorge di lui nel 1977, quando la rivista Alter Alter pubblica “Le straordinarie avventure di Pentothal”. E’ un successo inatteso e clamoroso, Pazienza diventa il punto di riferimento del Movimento studentesco bolognese che si riconosce in quelle tavole e stringe amicizia con i principali artisti della scena fumettistica di quegli anni. Sempre nel 1977 entra a far parte della rivista Cannibale – fondata da Stefano Tamburini e Massimo Mattioli – dove si presenta con Filippo Scozzari e chiama Tanino Liberatore. L’attività di fumettista diventa sempre più il centro della sua vita. Tutto ruota intorno all’urgenza di raccontare che travolge un gruppo che passa da Cannibale a Frigidaire passando per Il Male.

Sono gli anni della sperimentazione e della satira. Andrea diventa sempre più famoso e ricercato. A marzo del 1981 Frigidaire pubblica “Giallo scolastico”, dove fa la sua prima apparizione Zanardi, e la sua popolarità esplode, creando anche qualche piccola gelosia con gli altri artisti del gruppo. Andrea viene coinvolto in collaborazioni di ogni genere e saggia le sue capacità espressive con altri strumenti come la pubblicità, i poster, i calendari, i dischi… Tutti vogliono un disegno di Andrea Pazienza.

Paz inizia anche ad insegnare, a Santa Cristina di Gubbio dove sorge la Libera università di Alcatraz coordinata da Jacopo Fo e poi a Bologna. Qui sorge la scuola del fumetto “Zio Feininger” dove tiene lezione insieme a Igort, Daniele Brolli, Magnus, Lorenzo Mattotti, Silvio Cadelo e tanti altri.

Sono anni di attività inarrestabile, anche a causa dell’eroina che è entrata nella sua vita e succhia i suoi guadagni. Andrea sforna storie e vignette a una velocità impressionante, tutto senza interrompere la sua attività di pittore e senza rinunciare a collaborazioni con il mondo della grafica pubblicitaria, del cinema, del teatro. Realizza anche cartoni animati e videoclip. Nel 1983 Francesca Alinovi organizza la rassegna “Registrazione di Frequenza” presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna ed ospita le opere di Andrea e del gruppo Valvoline: è la prima volta che il fumetto raggiunge in Italia una simile considerazione artistica. Poi espone anche presso la galleria milanese Nuages e alla mostra “Nuvole a go-go” nel Palazzo delle Esposizioni di Roma.

A settembre del 1984 lascia Bologna per trasferirsi in Toscana a Montepulciano, in provincia di Siena, ma continua a percorrere l’Italia in lungo e in largo per la sua inesauribile spinta creativa. Inizia a collaborare anche con Linus, crea Frizzer con la solita banda, disegna per Tempi Supplementari, Tango, Zut. Pubblica su Comic Art. A Roma, nel giugno del 1985, conosce Marina Comandini, che nel 1986 diventerà sua moglie e si trasferirà in Toscana con lui.

Negli ultimi anni Andrea Pazienza viaggia e lavora senza sosta. Fumetto, illustrazione, grafica. Ma anche teatro e cinema, con Roberto Benigni che non lo accredita fra i collaboratori per “Il piccolo diavolo” ma poi gli dedica il film. A Montepulciano nascono il romanzo grafico “Pompeo”, che tanto ci dice di lui, così come Astarte e alcune delle sue storie più importanti, e a Montepulciano trova la morte, nella notte del 16 giugno 1988.

Introduzione alla mostra

Organizzando una mostra su Andrea Pazienza, la prima domanda che sorge spontanea è: riusciremo a dare conto di una personalità artistica poliedrica, eclettica, poetica e dirompente come la sua? La risposta è semplice. No.

Con questa mostra non abbiamo la pretesa di spiegare chi era o cosa ha rappresentato per la nostra generazione Andrea Pazienza, ma abbiamo voluto ricordare uno dei grandi geni artistici del Novecento a trenta anni dalla sua scomparsa.

Questo artista (perché di arte si tratta) nel corso di dieci anni a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo del fumetto e dell’illustrazione, come forse nessuno aveva mai fatto prima. L’eclettismo è forse la cifra stilistica più evidente di Andrea Pazienza, che lo differenzia da altri grandi artisti che hanno attraversato la sua epoca come Magnus, Liberatore, Pratt, Manara, solo per citarne alcuni, che sono rimasti fedeli a un proprio linguaggio grafico durante tutta la loro carriera. Ma l’eclettismo sarebbe nulla di per sé se non fosse unito a un grandissimo talento artistico nel raffigurare mondi reali e immaginari con un’enorme ricchezza di dettagli che potevano ridursi e fondersi in pochi tratti essenziali, grazie al fantastico dono della sintesi che contraddistingue questo autore.

Al di là dei puri aspetti stilistici, la sua arte è fatta anche, a volte soprattutto, di un modo del tutto nuovo di disegnare le storie, a partire dall’impaginazione che gioca con la griglia del fumetto classico attraverso una grande libertà espressiva. La sua narrazione procede di pari passo svincolandosi dagli schemi prestabiliti, sempre in bilico tra realtà e allucinazione, con esiti profondamente poetici. Anche in questo caso non è stata accordata alcuna preferenza ad alcun genere e si va dalle strisce comiche di Pertini e Pazienza partigiani, alle storie venate di sadismo di Zanardi, al mondo fantastico delle avventure di Pentothal, fino al graphic novel degli ultimi giorni di Pompeo, passando per vignette, illustrazioni e “sturiellett”.

Infine, la lingua utilizzata da Pazienza sia nel fumetto che, soprattutto, nelle singole vignette, è fortemente innovativa. Non cerca in nessun modo di ricreare il registro letterario, anzi usa il più possibile le inflessioni dialettali e le forme della lingua parlata. Refusi, distrazioni, divagazioni di una normale conversazione vengono resi sulla pagina con effetti che, in alcuni casi, sfiorano il nonsense e la più alta poesia in altri.

Spettacolo teatrale

Mi chiamo Andrea. Faccio fumetti. Vita dell’artista Andrea Pazienza con Andrea Santonastaso

15 giugno 2018 – ore 21, Teatro Dadà – Piazzale Curiel, 26 – Castelfranco Emilia (Mo)

Incontro sull’artista Andrea Pazienza

Con Franco “Bifo” Berardi, Franco Giubilei, Giuseppe Palumbo, Nino. Presenta l’incontro Michele Smargiassi

23 giugno – ore 17, Sala Gabriella Degli Esposti – Piazza della Liberazione, 5 – Castelfranco Emilia (Mo)

Inaugurazione della mostra

Il genio di Paz. Andrea Pazienza trenta anni dopo a cura di Luca Cesari

23 giugno – ore 19, Palazzo Piella – Corso Martiri, 204 – Castelfranco Emilia (Mo)

La mostra sarà aperta dal 23 al 29 luglio 2018

Orari: martedì e venerdì dalle ore 10,00 alle ore 12,00 – sabato e domenica dalle ore 10,00 alle ore 12,00 dalle ore 17,00 alle ore 19,00