“Un documento storico di vitale importanza” raggiunto al termine di “un percorso estremamente utile e finalmente concreto” grazie anche a un “lavoro di squadra che ha visto tutti impegnarsi, con un approccio tecnico e non ideologico, nel segno della  responsabilità, della concretezza e della trasparenza”.

Le espressioni utilizzate questa mattina nella Sala del Consiglio provinciale da tutti – rappresentati delle istituzioni, del mondo agricolo, delle associazioni economiche e di quelle consortili – evidenziano  l’importanza e il valore del documento sottoscritto all’unanimità a conclusione del lavoro avviato per esaminare le possibili soluzioni alle gravi conseguenze che i mutamenti climatici stanno causando in particolare in Val d’Enza, a cavallo tra le province di Reggio Emilia e Parma. A partire dalla siccità, che la scorsa estate spinse la Regione Emilia-Romagna a richiedere al Governo lo stato di emergenza nazionale per la crisi idrica. Proprio Regione  e Provincia di Reggio Emilia, sulla scia anche dell’iniziativa promossa sul finire del 2016 a Barco di Bibbiano dal coordinamento Agrinsieme alla presenza dell’allora ministro Gian Luca Galletti, avevano dato il via poco più di un anno fa al lavoro che ha prodotto quello che è davvero un risultato storico: un documento che determina il fabbisogno idrico – per uso irriguo, potabile, industriale e ambientale – del bacino dell’Enza, anche alle luce dei cambiamenti climatici in atto. Indicando una serie di azioni sinergiche di breve, medio e lungo periodo in grado di colmare il deficit idrico. Tra queste, “necessariamente anche una o più soluzioni di significativa incidenza territoriale, ambientale ed economica”, ovvero la realizzazione di un invaso in grado di “soddisfare fabbisogni valutati indicativamente trai 40 e i 70 milioni di metri cubo annui” per il quale “dovrà essere effettuato, con il sostegno finanziario della Regione Emilia-Romagna, uno studio di fattibilità integrato di natura tecnica, ambientale ed economica da affidare all’Autorità di bacino distrettuale del Po”.

Eccolo dunque, nero su bianco, il futuro idrico, ma non solo, della Val d’Enza, “un risultato raggiunto, dopo un cammino che per decenni non aveva prodotto risultati, grazie alla serietà di un percorso che ha visto una comunità nel suo complesso adoperarsi per provare ad arrivare a un obiettivo condiviso – ha sottolineato il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi – Ci siamo riusciti perché abbiamo rinunciato tutti a opinioni precostituite e abbiamo deciso, insieme, di far discendere il dibattito dall’individuazione puntuale e tecnica del fabbisogno idrico, grazie anche al contributo del Consorzio di bonifica dell’Emilia centrale, ancora più prezioso perché assicurato durante una gestione commissariale, inevitabilmente più complessa rispetto a quella ordinaria”.

“Siamo finalmente riusciti a superare un passato complicato e oggi siamo in grado di guardare al futuro e di fronteggiare la grande sfida del cambiamento climatico anticipando sul bacino dell’Enza, tra le aree della nostra regione più colpite dalla siccità del 2017, la strategia regionale che si deve calare territorio per territorio tenendo conto delle singole realtà – ha aggiunto l’assessore alle Politiche ambientali, Difesa del suolo e Protezione civile della Regione Emilia-Romagna  Paola Gazzolo – Lo abbiamo fatto con un vero spirito di squadra che dovrà ora proseguire per dare concretezza al lavoro che si è chiuso oggi con grande pragmatismo, tenendo conto di costi e benefici anche ambientali, al fine di assicurare il fabbisogno idrico sia per gli usi civili e industriali, sia per tutelare produzioni agricole che rendono l’Emilia-Romagna famosa in tutto il mondo”.

La soddisfazione dei tanti protagonisti di questo lavoro è stata espressa dai sindaci Andrea Carletti (Bibbiano), Marcello Moretti (Sant’Ilario), Fabio Ruffini (Vetto), Paolo Colli (Montecchio), Luca Bolondi (Canossa) e dal vicesindaco Edmondo Grasselli (San Polo), dai rappresentanti di Coldiretti (Assuero Zampini), Confederazione italiana agricoltori (Antonio Senza), Confagricoltura (Roberto Iotti), Consorzi irrigui privati (Matteo Catellani) e dal commissario della Bonifica Emilia centrale, Franco Zambelli. Presenti in Sala del Consiglio anche esponenti di Unindustria, Legacoop e Confcooperative. Sull’altra sponda dell’Enza, il documento è stato sottoscritto anche dalla Provincia, dai sindaci di Palanzano e Sorbolo e dalla Bonifica Parmense.

Le risultanze di questi mesi di lavoro verranno ora illustrate alle associazioni ambientaliste, incontrate già all’inizio di un percorso che è stato essenzialmente tecnico-istituzionale.