La difesa del risparmio degli italiani è un principio della Costituzione e la sua tutela fa parte dei doveri del presidente della Repubblica; le sue scelte possono essere criticate, ma un conto è criticare, un altro “mettere in discussione la legittimità di un presidente che esercita le prerogative assegnate dalla Carta”. E lo stesso vale per temi come l’adesione all’Europa e all’euro: se si vuole uscirne lo si deve fare in maniera trasparente, non con manovre di palazzo.

Lo ha affermato il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli intervenendo oggi, giovedì 31 maggio, in Consiglio comunale durante la celebrazione della Festa della Repubblica con un’iniziativa dedicata proprio ai 70 anni della Costituzione.

Facendo riferimento alle vicende degli ultimi giorni, Muzzarelli ha spiegato che la Costituzione ci dice che “o è possibile costituire un Governo con una sicura maggioranza parlamentare, rispettoso delle regole fondamentali e responsabile verso la tenuta economica e finanziaria del Paese, oppure è inevitabile il ricorso alle elezioni anticipate”, con una campagna elettorale, però, in cui ogni forza presenti chiaramente le proprie posizioni su questi temi.

Il sindaco era partito da alcuni riferimenti storici per poi ricordare che la Costituzione difende e promuove, insieme, la democrazia e la libertà, non l’una contro l’altra: “La libertà senza democrazia è la libertà di pochi e la democrazia senza la libertà diventa ben presto tirannia della maggioranza o arbitrio del potere dello Stato contro i cittadini”. E rispetto alla sovranità, che appartiene al popolo, il sindaco ha sottolineato come l’articolo 1 della Costituzione precisi: “…che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Quindi, ha aggiunto Muzzarelli, secondo “regole che valgono per tutti e sono a tutela di tutti, di chi vince e di chi perde le elezioni, dei governanti e dei governati”.

Per il sindaco le regole non sono un orpello o un intralcio alla democrazia, rappresentano “la garanzia del suo buon funzionamento, un presidio contro la tentazione di abusare dei poteri pubblici, di occupare lo Stato, che è di tutti”. Muzzarelli, ricordando come poco più di un anno fa a larga maggioranza è stato respinta la modifica della seconda parte della Costituzione, “nel timore che la riforma sottoposta al voto alterasse gli equilibri fra i poteri della Repubblica”, ha quindi definito senza alcun fondamento o giustificazione le “grida scomposte e fortunatamente rientrate di questi giorni, di colpire il ruolo del Presidente nel nome del popolo italiano”: la Costituzione non affida al Presidente una funzione meramente notarile, ma poteri chiari sulle procedure legislative, sul comando delle forze armate, sulla nomina del Presidente del Consiglio e dei ministri. Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale”.

Per Muzzarelli criticabile sarebbe un Presidente “che abdica ai suoi doveri, che rinuncia, per calcolo o per ignavia, alla sua funzione di garante della Costituzione e della libertà e democrazia degli italiani”. Soprattutto su un tema come la difesa del risparmio dove “qualunque passo falso, ogni improvvisazione o fuga in avanti possono essere destabilizzanti, soprattutto per un Paese con un altissimo debito pubblico”.

Allo stesso modo, l’adesione all’Europa e all’euro non sono imposizioni, sono state approvate nel pieno rispetto delle regole democratiche: l’eventuale uscita “non può essere calata dall’alto, con un accordo di palazzo”. E il sindaco ha ricordato come le regole democratiche della Costituzioni ci dicano che “o è possibile costituire un Governo con una sicura maggioranza parlamentare, rispettoso delle regole fondamentali e responsabile verso la tenuta economica e finanziaria del Paese, oppure è inevitabile il ricorso alle elezioni anticipate, nelle quali sarebbe doveroso che agli italiani fossero presentate, senza doppiezze e false promesse, le reali intenzioni di ogni schieramento politico sull’euro e sull’Europa. Perché se questi dovessero essere i veri oggetti del contendere, dovrebbero essere gli italiani – ha affermato Muzzarelli – col loro voto a decidere, valutando i pro e i contro delle diverse prospettive”.

Per il sindaco non va bene “l’Europa della finanza e dell’austerità, senza sviluppo, occupazione e giustizia sociale, è essa stessa la causa del cosiddetto populismo. E’ un’Europa senz’anima, ma fuori dall’Europa saremmo il classico vaso di coccio fra i vasi di ferro”. In Europa abbiamo il diritto e il dovere di farci valere su un piano di parità di diritti e doveri: “Se è vero – ha spiegato Muzzarelli – che non possiamo accettare che la Germania o la Francia impongano all’Europa politiche negative per noi, altrettanto non possiamo pensare di scaricare su altri i nostri errori e le nostre incapacità”.

MALETTI: “SOLIDARIETÀ A MATTARELLA”

“Tutta la nostra solidarietà e sostegno al presidente Sergio Mattarella per le minacce di cui è stato oggetto”. Li ha espressi, sottolineata da un applauso dei presenti in aula, consiglieri e autorità, Francesca Maletti, presidente del Consiglio comunale di Modena, nel discorso con il quale ha aperto oggi, giovedì 31 maggio, la celebrazione dedicata alla Festa della Repubblica e ai 70 anni della Costituzione.

“La nostra Repubblica e la nostra Costituzione – ha proseguito la presidente – sono nate alla fine di una guerra che aveva diviso l’Europa per difendere quel concetto di comunità, democrazia, libertà e pace che oggi più che mai non possiamo permetterci di ignorare. Oggi ci si pone la domanda se scegliere l’isolamento o la partecipazione a una comunità europea che non è esente da difetti ma che ci ha visti protagonisti fin dalla sua nascita: occorre che le istituzioni europee, nazionali e locali si impegnino a dare una risposta, a fornire ai cittadini i motivi più veri positivi e concreti per cui sentirci europei, impegnandosi affinché l’Italia abbia un ruolo determinante nelle scelte comuni ai Paesi dell’Unione. Non si diventa europei solo sotto la minaccia dello spread, ma ci si sente europei se ne percepiamo la grande opportunità, se ne riconosciamo il valore sociale e politico”.

La presidente Maletti ha aperto la cerimonia, davanti alle autorità civili, militari e religiose, al professor Salvatore Aloisio, dell’Università di Modena e Reggio Emilia e ai ragazzi della scuola primaria Anna Frank che hanno partecipato al progetto “#cittadine al lavoro” ribadendo, all’inizio del suo intervento, che la festa del 2 giugno, ripristinata dal presidente Ciampi come festa nazionale nel 2001, è “una data unificante, sigillo di una comunità nazionale”. Sono passati solo 18 anni, ha detto Maletti, “e oggi, come non mai, di questa data così importante per il nostro Paese si rischia di smarrire il senso, il valore non solo simbolico ma concreto, vivo, necessario. Parlare di istituzione oggi è impopolare, ‘non arriva alla pancia degli elettori’ direbbero i consulenti di comunicazione. Per tanti, troppi italiani le istituzioni sono nemici da abbattere, ostacoli, i loro rappresentanti persone da disprezzare, da eliminare con una minaccia sui social. Le istituzioni sono invece la casa degli italiani, la Repubblica non è solamente un ordinamento giuridico è comunità – cosa di tutti – e quindi bene comune, da tutelare, far crescere, amare e celebrare. Le istituzioni siamo tutti noi nel momento in cui abbandoniamo il nostro orticello per avere uno sguardo ampio, diretto al bene comune, alla cosa pubblica”.

Il professor Aloisio ha dedicato interamente il suo intervento alla Costituzione ripercorrendone le origini e spiegando il contesto storico nel quale è stata scritta: “Le diverse forze presenti nell’assemblea costituente perseguirono un grande compromesso, ma questa non è una debolezza bensì una forza perché la Costituzione traccia un recinto di limiti insuperabili all’interno dei quali è possibile un grande pluralismo”. Spiegando il senso e il valore della Costituzione, Aloisio ha poi sottolineato che “la Costituzione la facciamo vivere tutti noi quando, a volte anche inconsapevolmente, facciamo vivere i suoi principi”.

LA MAPPA DI “CITTADINE AL LAVORO”

A chiudere la cerimonia, il Centro documentazione donna e l’Istituto storico, insieme agli alunni della classe 5ª A della scuola primaria Frank e alle loro maestre, hanno presentato “#cittadine al lavoro” una mappa di geolocalizzazione che permette di leggere il tempo, cioè le condizioni del lavoro femminile nell’immediato dopoguerra, attraverso lo spazio.

Come ha spiegato Natascia Corsini del Centro documentazione donna, la mappa, visibile sul sito www.segninellacitta.it, fa parte dei percorsi partecipativi e didattici del progetto “#cittadine. I segni nelle comunità e sulla città” promosso da Centro documentazione donna e Istituto storico con il contributo della Fondazione Cassa di risparmio di Modena e il patrocinio del Comune di Modena-Comitato permanente per le celebrazioni e la memoria. Un progetto triennale che, abbracciando i settantesimi (prime amministrazioni locali democratiche, nascita della Repubblica e della Carta Costituzionale, avvio dei lavori del Parlamento repubblicano), ha voluto indagare come le comunità locali si organizzarono per uscire dalla guerra e progettare il futuro democratico. L’obiettivo specifico del progetto è stato quello di andare ad approfondire i primi anni della Ricostruzione nella provincia modenese, attraverso la novità della presenza femminile nella sfera pubblica, sia economica che politica. In particolare la presentazione della mappa “#cittadine al lavoro” in Consiglio comunale rende visibili i risultati della ricerca di fonti orali e documentarie realizzata da studenti e studentesse nell’ambito dei laboratori ricerca-azione e dei percorsi di alternanza scuola-lavoro con alcune scuole di Modena in questo anno scolastico. Tra le scuole coinvolte: le primarie Giovanni XXIII, e Anna Frank, con Gabriele Cavalli e Sofia Nicolini che hanno letto in aula la storia delle loro bisnonne, la scuola secondaria Fiori di Casinalbo, i licei Muratori-San Carlo; Sigonio; Wiligelmo.

I luoghi geolocalizzati – circa 30 – interessano Modena e la sua provincia, a testimonianza di un movimento che negli anni successivi porta dalla periferia verso il capoluogo. Ma tra i luoghi mappati ci sono anche altre città italiane in considerazione delle ricerche negli archivi familiari effettuate dagli studenti. Prevalgono aziende agricole, negozi, maglifici e pelletterie ma anche luoghi inaspettati, perché considerati tipicamente maschili, come per esempio le Fonderie Riunite, Corni ed Emiliana.

La mappa è lo strumento con cui Centro documentazione donna e Istituto Storico proseguiranno a geolocalizzare i luoghi della città segnati dalla partecipazione delle donne alla vita politica e sociale.