Venerdì 23 marzo 2017 si terrà in Cgil a Modena l’iniziativa pubblica “Il lavoro e l’innovazione: quali ricadute sulla salute dei lavoratori”, dalle ore 9.30 alle 13 presso il salone Corassori della Cgil di Modena (piazza Cittadella 36). L’iniziativa è rivolta ai delegati sindacali Cgil (Rsu) e ai rappresentanti alla sicurezza (Rls) delle aziende della provincia dei vari settori produttivi.

Presiede Manuela Gozzi segretario Cgil Modena, introduce i lavori Erminio Veronesi della segreteria Cgil. Sono previsti interventi di Dario Fontana ricercatore dell’Università di Modena e Reggio Emilia,  Anna Maria Righi dipartimento salute e sicurezza Cgil Modena, Morena Piccinini presidente Inca/Cgil nazionale. Sono previsti interventi degli Rls delle aziende modenesi.

Il seminario di approfondimento è promosso dalla Cgil di Modena, a seguito della pubblicazione dei risultati della ricerca “Intensificazione e salute nell’industria modenese del suino: un’inchiesta multistrumento sulle condizioni di lavoro” curata dal ricercatore Dario Fontana.
I risultati della ricerca descrivono uno stato di salute già compromesso in larghe porzioni della forza lavoro e un elevato livello di rischi per i principali gruppi di patologie come i disturbi muscolo-scheletrici e lo stress lavoro-correlato.
L’intensificazione del lavoro, generato da precise scelte manageriali, è l’elemento centrale da mettere sotto osservazione. Il dibattito non può fare a meno di riflettere intorno alle trasformazioni portate dalla rivoluzione tecnologica, dove le ragioni del lavoro sono spesso subordinate alle ragioni del capitale. Mai come oggi il mondo è interconnesso, si spostano ingenti capitali con un clic, si determinano strategie organizzative in tempo reale, nascono nuove competenze e si distruggono quelle vecchie. Senza ombra di dubbio i progressi tecnologici hanno portato diversi benefici, ma non sempre la loro reale applicazione corrisponde alle esigenze dei lavoratori.
In questo scenario dove il capitale e le big company la fanno da padrone, come si posiziona il sindacato? Quale è la visione della Cgil? La Cgil farebbe male e non farebbe il proprio lavoro se si schierasse, senza se e senza ma, tra i due partiti: i tecno-entusiasti e i tecno-catastrofisti.
Come tutte le rivoluzioni, anche questa va governata. Se a fronte di un recupero di capacità produttiva questa si trasforma in un’intensificazione del lavoro – con una conseguente maggiore saturazione dei tempi – ciò si traduce in un danno alla salute. Si assiste infatti ad un aumento generale delle malattie professionali riferibili ai disturbi muscolo-scheletrici e allo stress da lavoro correlato, sia a livello nazionale che europeo.
Questo seminario ha l’obbiettivo di far crescere una cultura della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, per far emergere chiaramente che la tecnologia e l’innovazione, se non governate, possono avere serie ricadute sui lavoratori.
Da ultimo, deve servire a dare gli strumenti a delegati e delegate per un rilancio della contrattazione aziendale, con particolare attenzione all’organizzazione del lavoro, che ponga al centro la salute e la sicurezza.
A partire dalla ricerca di Dario Fontana e dal contributo di Anna Maria Righi, emerge la necessità di riflettere sulle ricadute – individuali e collettive – dell’intensificazione dei ritmi di lavoro e delle conseguenti malattie professionali in termini di costo economico e sociale.