Nel 2017 in Italia si consolidano i segnali di ripresa economica già evidenziati nel corso del 2016 e sale anche l’inflazione: tutto questo accade anche a Bologna, dove a fine 2017 il tasso medio è risultato pari al +0,9%, inferiore a quello nazionale (+1,2%). Gli aumenti più significativi riguardano i trasporti, mentre si spende molto meno per l’istruzione universitaria. A fronte dell’aumento dei prezzi sia a livello locale che nazionale, nel 2017 le retribuzioni contrattuali sono salite in misura inferiore (+0,6% come nel 2016). Nell’ultimo decennio la dinamica dei prezzi al consumo è stata altalenante sia in Italia che nella nostra città: dopo il rallentamento significativo registrato nel biennio immediatamente successivo alla crisi economica, l’inflazione ricomincia a salire e raggiunge valori sostanzialmente analoghi a quelli del 2008. Poi però c’è una nuova progressiva attenuazione che porta nel 2015 Bologna (-0,6% il tasso medio) e nel 2016 l’Italia (-0,1%) in una situazione di deflazione che non si registrava dal 1959. Nel 2017, invece, si torna a salire.

 

L’analisi e i dati sono contenuti nello studio elaborato dall’Ufficio di Statistica del Comune di Bologna sulle tendenze dell’inflazione in città nel 2017. “Come Amministrazione – afferma l’assessore comunale al bilancio, Davide Conte – poniamo particolare attenzione all’andamento dei prezzi relativi a ciò che caratterizza i prodotti e servizi della quotidianità dei bolognesi. Infatti anche a Bologna i prezzi dei prodotti acquistati con maggior frequenza sono cresciuti nel corso dell’anno per aumento dei prezzi delle componenti più volatili dell’inflazione (vegetali freschi e carburanti in particolare). Questi dati sempre di più devono essere utilizzati per conoscere e per capire meglio come cambiano i bisogni dei nostri cittadini”.

Dunque a Bologna nel 2017 l’inflazione media sale dello 0,9%. Dal confronto tra i capoluoghi di regione per i quali l’Istat diffonde il tasso medio dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività, Bologna è terzultima davanti a Potenza (+0,8%) e Ancona (+0,7%). Bolzano sul podio con il valore più elevato (+2,2%). Se guardiamo all’Emilia-Romagna, anche qui Bologna è terzultima davanti a Forlì-Cesena (+0,8%) e Ravenna (+0,7%). Parma prima in classifica con il tasso di inflazione più alto (+1,8%).

Nel 2017 a Bologna i prezzi dei prodotti acquistati con maggior frequenza dai consumatori registrano un tasso tendenziale sempre positivo, anche se altalenante. In aumento nella prima parte dell’anno, il tasso tendenziale scende progressivamente fino a luglio per poi tornare a risalire. Questa dinamica è in larga parte dovuta ai rialzi dei prezzi delle componenti più volatili dell’inflazione (vegetali freschi e carburanti in particolare). Questa tipologia raggruppa i prodotti e i servizi di uso pressoché quotidiano, come i generi alimentari, le bevande analcoliche e alcoliche, i tabacchi, le spese per l’affitto, i carburanti, i servizi di ristorazione. Altalenanti ma con un andamento simmetrico rispetto a quelli a bassa frequenza sono i prezzi dei prodotti a media frequenza di acquisto, fortemente influenzati dai prezzi dei servizi di alloggio. Il gruppo di questi prodotti comprende per esempio le spese per l’abbigliamento, le tariffe elettriche e quelle relative all’acqua potabile e allo smaltimento dei rifiuti, i medicinali, i servizi medici e quelli dentistici, i trasporti stradali, ferroviari, marittimi e aerei, i servizi postali e telefonici, i servizi ricreativi e culturali, i pacchetti vacanze, i libri, gli alberghi e gli altri servizi di alloggio. Sempre negativo invece, a indicare cali effettivi di prezzo, il tasso tendenziale dei prodotti a bassa frequenza di acquisto che comprendono elettrodomestici, servizi ospedalieri, acquisto dei mezzi di trasporto, servizi di trasloco, apparecchi audiovisivi, fotografici e informatici, articoli sportivi.

L’Ufficio comunale di Statistica ha poi elaborato anche per il 2017 la top ten dei rincari e quella delle diminuzioni. La variazione media annua più elevata vede al primo posto in graduatoria il trasporto marittimo e per vie d’acqua interne (aumento del 20,4%), il trasporto aereo passeggeri (15,4%), la fornitura di acqua (9,8%), la raccolta delle acque di scarico (9,3%), il trasporto dei passeggeri su rotaia (7,5%), carburanti e lubrificanti per mezzi di trasporto privati (7,1%), vegetali (5,5%), assicurazioni sui mezzi di trasporto (5,3%), servizi postali (4,5%), servizi assicurativi connessi all’abitazione (4,2%). Le diminuzioni dei prezzi più elevate vedono invece in testa l’istruzione universitaria (-12,1%), apparecchi di ricezione, registrazione e riproduzione di suoni e immagini (-11,2%), animali domestici e relativi prodotti (-10%), apparecchi telefonici e telefax (-7,2%), combustibili solidi (-5,7%), piccoli elettrodomestici (-3,3%), apparecchi per il trattamento dell’informazione (-2,7%), birre (-2,6%), prodotti alimentari (-2,5%), biciclette (-2,5%).

A questo link si può consultare il consueto studio annuale redatto dall’Ufficio Comunale di Statistica, nel quale viene analizzato l’andamento dell’indice dei prezzi nelle sue varie articolazioni, evidenziando gli aumenti e i cali dei prezzo più significativi; vengono inoltre messi a confronto i dati dell’inflazione nei capoluoghi di regione e in quelli dell’Emilia-Romagna. Per un’analisi più dettagliata è infine possibile consultare l’appendice statistica, in cui vengono esaminati gli andamenti delle varie divisioni e delle classi di prodotti e servizi, evidenziando i rincari e le diminuzioni più rilevanti.