Solitamente è l’inserzionista ad essere raggirato ma nell’odierna vicenda le parti si sono invertite. Il furbo acquirente oltre a non pagare l’intero importo dovuto ammontante a 1.600 euro ha rimesso subito in vendita su internet l’autovettura chiedendo una somma pari a oltre il doppio, ovvero 3.800 euro. La naturale conseguenza per quest’ultimo è statala denuncia per truffa che i carabinieri di Cavriago hanno inoltrato, dopo la denuncia da parte della vittima, un reggiano.

Tutto ha avuto inizio lo scorso mese di gennaio quando un 58enne abitante a Bibbiano, con il fine di vendere la sua auto, pubblicava su un noto sito di annunci la vendita della macchina. E’ stato quindi contattato da un uomo dichiaratosi interessato all’acquisto con cui concordava un appuntamento. Visionata l’auto e accordatosi sul prezzo (1.600 euro), il ferrarese consegnava a titolo di caparra 100 euro con l’accordo di versare il dovuto (1500 euro) dopo il passaggio di proprietà. A passaggio avvenuto l’acquirente manifestava l’intenzione di pagare con assegno, circostanza rifiutata dal 58enne che, in attesa del danaro contante, tratteneva la macchina. La trattativa si sbloccava, con il ferrarese che entrava in possesso dell’auto, quando questi presentatosi presso l’abitazione del reggiano consegnava 1.000 euro in contanti inviando tramite WhatsApp copia della ricevuta di bonifico pari ai rimanenti 500 euro, giustificando che con il bancomat non poteva prelevare più di 1.000 euro.

Entrato in possesso dell’auto non solo revocava la disposizione del bonifico dei 500 euro ma sullo stesso sito pubblicava un inserzione con tanto di foto dell’auto che metteva immediatamente in vendita a oltre il doppio ben 3.800 euro. Al 58enne raggirato che lo contattava chiedendo contezza di tale comportamento rispondeva sfacciatamente di non disturbarlo. Materializzato di essere rimasto vittima di un raggiro il 58enne si rivolgeva ai carabinieri di Cavriago formalizzando la denuncia per truffa. Dopo una serie di riscontri i militari risalivano all’odierno ferrarese che quindi veniva denunciato.