Lo scorso 31 gennaio alle ore 19.05 una donna cinese di 55 anni in regola con le norme di soggiorno chiamava il numero di emergenza 113 riferendo di aver subito una rapina. In particolare, la cittadina cinese riferiva agli agenti nel frattempo intervenuti che alle precedenti ore 19.00 circa, mentre si apprestava ad aprire la porta della propria abitazione in via Paradisi, veniva sorpresa e spintonata all’interno da un soggetto da lei conosciuto di vista, che brandendo una siringa sporca di sangue e puntandogliela al collo, la minacciava intimandole di consegnargli tutti i soldi che aveva a sua disposizione. Il malfattore riusciva a farsi consegnare 85 euro in contanti per poi darsi alla fuga repentina. La donna descriveva il soggetto, a lei noto di vista, come un magrebino che parlava perfettamente la lingua italiana.

La conoscenza degli operatori della Polizia di Stato della Volante e della Squadra Mobile consentiva di orientare, immediatamente, le indagini su un certo J. W. tunisino classe 1981, irregolare sul territorio nazionale, in Italia senza fissa dimora. L’uomo era ben noto agli investigatori della Squadra Mobile che lo avevano già arrestato per ben due volte: in data 5 marzo 2016, in flagranza di reato per il reato di tentata rapina aggravata in concorso di una profumeria sita in questa via Ferrari, e, poi, in data 6 luglio 2016 in esecuzione di misura cautelare in carcere emessa dal GIP di Reggio Emilia per una serie di rapine commesse tra il periodo ottobre 2015 – febbraio 2016 in danno di esercizi commerciali. In particolare per una rapina a mano armata in una profumeria e 5 rapine ai danni di Farmacie Comunali di Reggio Emilia. Per queste ultime rapine lo straniero era stato rilasciato dal carcere ad agosto 2017.

L’intuizione investigativa si rivelava corretta e la vittima lo riconosceva, con certezza, tramite album fotografico come anche l’autore della rapina in suo danno. Le immediate ricerche del soggetto davano esito negativo.

La giornata seguente la vittima, nei pressi della propria abitazione, vedeva transitare il rapinatore in questione e, quindi allertava il numero di emergenza 112 comunicandone il nome. Un equipaggio radiomobile dell’Arma dei Carabinieri, giunto immediatamente sul posto, individuava e bloccava il magrebino in una via adiacente, poiché ben noto anche ai militari.

Grazie alla preziosa sinergia tra Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri e convogliando i gravi indizi raccolti dalle entrambe le forze di polizia, si procedeva congiuntamente ad effettuare il fermo di indiziato di delitto associando il tunisino presso la locale casa circondariale a disposizione dell’A.G.

L’individuazione, in pochi minuti, dell’autore di una efferata rapina ed il suo fermo ad un giorno dei fatti evidenzia, ancora una volta, la forza del Sistema di Sicurezza reggiana basato su una non comune collaborazione e condivisione tra le Forze di Polizia testimoniato, nel caso di specie, dall’operazione congiunta tra Polizia di Stato ed Arma dei Carabinieri.