Domenica 4 febbraio dalle 10 alle 19, come in ogni prima domenica del mese, sarà gratuito l’ingresso alla mostra “Mutina splendidissima. La città romana e la sua eredità” allestita al Foro Boario di Modena, via Bono da Nonantola, fino al 8 aprile.

La mostra invita a scoprire le origini della città romana e il lascito che la città antica sepolta sotto le strade del centro ha trasmesso a quella moderna. E praticamente in ognuna delle sezioni in cui è suddiviso il percorso espositivo non manca di riservare sorprese.

Tra queste, nel percorso dedicato all’eredità di Mutina, c’è l’esposizione di un’incisione riferita a un momento fondamentale per gli sviluppi dell’arte e della scultura del Rinascimento con il suo richiamo ai classici: la statua del Laocoonte, al cui ritrovamento assistette anche un modenese, Jacopo Sadoleto.

Quando, infatti, il 14 gennaio 1506 il gruppo del Laocoonte ricordato da Plinio il Vecchio riemerse come per miracolo dalle viscere di Roma, tra l’ammirazione anche di Michelangelo e Giuliano da Sangallo, il giovane modenese, futuro vescovo e cardinale, all’epoca nella città dei papi, scrisse persino un elegante carme latino dedicato alla statua, fornendo una delle descrizioni più intense dell’opera. “Ecco, – scrisse Jacopo Sadoleto – da un alto cumulo di terra, dalle sue viscere ricche di rovine / un lungo giorno ha riportato alla luce per la seconda volta / Laocoonte, che un tempo stava nelle sale regali / e ornava, Tito, i tuoi penati. / Opera di un’arte divina; la dotta antichità / non ne poteva osservare una più nobile. Ora la rivedono / liberata dalle tenebre, le alte mura della rinata Roma”. Il ritrovamento suscitò un’impressione straordinaria, e subito i più illustri umanisti celebrarono l’opera, eccezionale testimonianza della longevità del modello dei classici. È proprio nel Rinascimento, infatti, che il richiamo alle origini diventa ancora più consapevole intercettando il gusto per le antichità proprio della cultura del tempo, declinato secondo le linee di un umanesimo cittadino denso di passione civica e inquietudini religiose.

I visitatori di “Mutina Splendidissima” avranno la possibilità di ammirare la bella incisione raffigurante la statua del Laocoonte, opera del 1523 di Marco Dente, concessa in prestito dall’Istituto Centrale per la Grafica di Roma.

“Mutina splendidissima”, parte del progetto “2.200 anni lungo la via Emilia” che coinvolge anche Parma e Reggio Emilia e a breve Bologna, è curata da Luigi Malnati, Silvia Pellegrini e Francesca Piccinini, e realizzata a cura di Musei civici di Modena e Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio di Bologna con sostegno di Fondazione Cassa di risparmio di Modena e Regione Emilia – Romagna e patrocinio di Unimore, Università di Modena e Reggio Emilia.

Definita da Cicerone “firmissima et splendidissima”, una delle più importanti colonie romane dell’Italia settentrionale, “Mutina” è sotto le strade del centro storico, custodita dai depositi delle alluvioni di età tardoantica. Con le celebrazioni 2017 si è voluto renderla percepibile con diverse iniziative e ora con la mostra. I reperti e le opere d’arte, accostati a testimonianze da numerosi musei, affiancano le ricostruzioni virtuali dei principali monumenti di Mutina e videoracconti che fanno da contrappunto alla descrizione dalle città dal periodo precedente la sua fondazione, nel 183 a.C., alla decadenza nella tarda età imperiale.

La mostra è visitabile fino al 8 aprile 2018 da martedì a giovedì 9-14; venerdì 9-22; sabato, domenica e festivi 10-19; lunedì chiuso, aperto il 25 e 31 dicembre, 1 gennaio e domenica 2 aprile (Pasqua) 16-20. Biglietti: intero € 10; ridotto € 7 e 5. Gratuito la prima domenica di ogni mese.

Informazioni sul sito web www.mutinasplendidissima.it).

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Immagine: Marco Dente, Laocoonte, 1523 circa. Roma, Istituto Centrale per la Grafica