Domani, 4 gennaio, si svolgerà la cerimonia commemorativa del 27° Anniversario dell’eccidio dei tre Carabinieri, barbaramente uccisi la sera del 4 gennaio 1991 da una banda di criminali che iniziarono a sparare da una Fiat Uno bianca. Una valanga di fuoco investì i tre Carabinieri, il capo pattuglia, Otello Stefanini effettivo alla Stazione Carabinieri Bologna Mazzini e i due membri dell’equipaggio, Andrea Moneta e Mauro Mitilini, appartenenti alla Stazione Carabinieri Bologna Porta Lame.

I tre militari, poco più che ventenni, morirono falciati dal piombo degli assassini che, dopo l’agguato, non esitarono ad avvicinarsi e a finirli con un colpo alla nuca. Per tal motivo i tre Carabinieri furono insigniti di una Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Nella Chiesa di Santa Caterina da Bologna Sua Eccellenza Monsignor Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo Metropolita di Bologna, celebrerà la Messa, alla presenza del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri,  Generale di Corpo d’Armata Tullio Del Sette, del Comandante Interregionale dei Carabinieri “Vittorio Veneto” di Padova, Generale di Corpo d’Armata Aldo Visone, e di altre autorità militari e civili di Bologna, insieme ai rappresentanti dell’associazione “Vittime della Uno Bianca” e ai congiunti dei caduti. Dopo la Santa Messa, i familiari dei militari deceduti assisteranno alla deposizione di una corona da parte di una rappresentanza di Carabinieri in Grande Uniforme, presso il cippo commemorativo di via Tommaso Casini.

La giornata proseguirà nella Sala dello Stabat Mater della Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio con la presentazione del libro “Carabinieri per la Democrazia”.

Tra i caduti ricordati nel libro, due operavano in Emilia Romagna:

–       il Brigadiere Andrea Lombardini, caduto in Argelato (BO) il 5 dicembre 1974, decorato di Medaglia d’Oro al Valor Civile “alla memoria” e di Medaglia d’Argento Oro al Valor Militare “alla memoria” con la seguente motivazione:

M.A.V.M.: “Comandante di Stazione distaccata, informato che alcuni automezzi sospetti si aggiravano nella zona, sebbene a riposo settimanale, si portava senza esitazione sulle loro tracce unitamente a militare dipendente. Intercettato in località isolata un fugone, scendeva dall’autovettura di servizio per controllarlo ed identificarne gli occupanti. Mentre cosciente del rischio a cui si esponeva, si dirigeva con decisione verso il mezzo, veniva proditoriamente fatto segno di numerosi colpi d’arma da fuoco esplosi dall’interno cadendo esanime al suolo. Il suo coraggioso e tempestivo intervento impediva che i criminali – successivamente arrestati e identificati quali appartenenti a pericolosa banda armata – portassero a compimento una grave rapina. Ammirevole esempio di alto senso del dovere e di sereno sprezzo del pericolo spinto fino al supremo olocausto”;

–       l’Appuntato Luciano Milani, caduto in Bardi (PR) il 19 novembre 1979, decorato di Medaglia d’Oro al Merito Civile “alla memoria” con la seguente motivazione:

“Impegnato nelle operazioni di ricerca di terroristi responsabili di una rapina ai danni di un istituto di credito, mentre procedeva, all’interno di una trattoria, all’identificazione di due avventori sospetti, veniva mortalmente raggiunto da colpi di arma da fuoco proditoriamente esplosigli contro da uno dei malviventi. Nella fuga i malviventi abbandonavano nel locale un sacchetto con parte della refurtiva. Fulgido esempio di elette virtù civiche e di alto senso del dovere”.