La sera di Natale, grazie all’intensificazione dell’attività di controllo del territorio, i carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Reggio Emilia hanno mandato a monte i piani dei malviventi appartenenti alla “banda del rame” che avevano portato a termine un maxi furto di rame del valore di varie decine di migliaia di euro ai danni di un’azienda di Sant’Ilario d’Enza. I malviventi, infatti, intercettati dai carabinieri dopo un concitato inseguimento hanno optato per abbandonare il mezzo su cui viaggiavano, carico di 4 tonnellate di rame in parte perso per strada durante l’inseguimento, dandosi alla fuga a piedi.

E’ successo intorno alle 21,00 del 25 dicembre scorso quando una pattuglia dei carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Reggio Emilia, ha notato in via Monsignor Oscar Arnulfo Romero un furgone cassonato Iveco 35 carico di rame che alla vista della pattuglia accelerava dandosi alla fuga. Ne è nato un inseguimento che si è concluso in località Caprara di Campegine dove i malviventi, constatata l’impossibilità di “seminare” la pattuglia dei carabinieri, abbandonavano i mezzi proseguendo la fuga a piedi, riuscendo a dileguarsi. Durante la fuga parte del carico è finito lungo la provinciale. Nel mezzo, poi risultato rubato nel mantovano, i carabinieri hanno rinvenuto un ingente quantitativo di rame, circa 4 tonnellate; i successivi accertamenti hanno  confermato che il rame era stato asportato da un’azienda di Sant’Ilario d’Enza. Le immediate ricerche scattate nella zona per intercettare i malviventi, proseguite sino alla prime luci del giorno, non hanno danno i risultati sperati. Le indagini quindi ora proseguono per identificare i malviventi ritenuti appartenere alla cosiddetta ‘banda del rame’ che imperversa in tutta la regione, razziando il prezioso metallo da aziende specializzate del settore. In questo caso i carabinieri reggiani confidano anche nell’esito delle indagini scientifiche: sull’autocarro e sulla refurtiva  i carabinieri hanno proceduto ai dovuti rilievi finalizzati all’esaltazione delle impronte digitali che verranno inviate appunto al Reparto Investigazioni Scientifiche Carabinieri di Parma per le indagini di comparazione con i soggetti pregiudicati censiti in Banca Dati.