Mercoledì 13 dicembre 2017, alle ore 10.30, nella Sala del Tricolore del Municipio di Reggio Emilia (piazza Prampolini 1), si svolge la cerimonia di premiazione del Premio per la Pace “Giuseppe Dossetti”. L’evento è aperto alla cittadinanza ed alle scuole, fino ad esaurimento posti.

Durante la mattinata sono previsti gli interventi dei rappresentanti degli Enti promotori e alcuni interventi dei vincitori del Premio, tra i quali il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, il sindaco di Cavriago – città natale di Dossetti – Paolo Burani, il presidente della Provincia di Reggio Emilia Giammaria Manghi, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini,  del presidente della Fondazione Manodori Gianni Borghi e del presidente della giuria del Premio Pierluigi Castagnetti.

L’appuntamento – organizzato da Comune di Reggio Emilia, Comune di Cavriago,  Provincia di Reggio Emilia e Regione Emilia-Romagna – culminerà con l’intervento di Ernesto Olivero, fondatore nel 1964 del Sermig, un movimento che coinvolge centinaia di giovani e migliaia di volontari in progetti di solidarietà, pace e sviluppo in diverse parti del mondo. La sede dell’associazione è nell’ex arsenale di Torino, oggi “Arsenale della pace”: laboratorio di convivenza, dialogo, formazione dei giovani e accoglienza dei più disagiati, un “monastero metropolitano” aperto 24 ore su 24. Nel tempo sono nati un Arsenale a Madaba in Giordania e un altro a San Paolo in Brasile. Il Sermig ha realizzato negli anni oltre tremila interventi e progetti di collaborazione, cooperazione allo sviluppo e aiuti offerti a persone di 140 nazionalità dei cinque continenti, 77 missioni di pace in Polonia, Rwanda, Somalia, Libano, Betlemme, Iraq, Bosnia, Kurdistan ed è sostenuto al 93% da finanziamenti della gente comune e per il 7% dalle Istituzioni. Uno dei progetti del Sermig, l’ “Arsenale della speranza” a Madaba in Giordania, ha ricevuto il Premio Dossetti nel 2014.

Il Premio è attribuito ad associazioni con sede sul territorio nazionale e singoli cittadini che abbiano compiuto “azioni di pace” coerentemente con i principi affermati da Giuseppe Dossetti nella sua vita. Il premio, giunto alla sua decima edizione, si è arricchito quest’anno di una sezione dedicata alle associazioni reggiane che, oltre a concorrere alla selezione nazionale, possono candidarsi anche per il premio speciale Fondazione Pietro Manodori, sostenuto dalla stessa Fondazione.

Come in passato, anche quest’anno una sezione è dedicata agli studenti delle scuole superiori reggiane ai quali viene chiesto di elaborare un testo (saggio breve, lettera, articolo di giornale o testo di canzone) sul tema della pace, in particolare sull’articolo 11 della Costituzione.

La Giuria del Premio è presieduta da Pierluigi Castagnetti ed è composta da Paolo Burani, sindaco del Comune di Cavriago; Chiara Piacentini del Gabinetto del Sindaco di Reggio Emilia; Luca Cattani per la Provincia di Reggio Emilia; Clementina Santi per la Regione Emilia-Romagna e Riccardo Faietti per Fondazione Manodori di Reggio Emilia.

Giuseppe Dossetti, a cui il premio è dedicato, fu docente universitario, giurista, uomo politico protagonista nella stesura della Costituzione repubblicana, poi sacerdote e monaco che partecipò alla elaborazione dei principali documenti del Concilio Vaticano II. Un uomo di pace che visse la Resistenza al nazi-fascismo e si adoperò per la diffusione dei valori della solidarietà, della fratellanza, del rispetto della dignità di tutti gli uomini.  Dossetti ha mantenuto un profondo legame con la sua terra d’origine, Reggio Emilia e Cavriago, dove ha vissuto durante l’infanzia e l’adolescenza e alla quale è rimasto sempre legato, tanto da definire Cavriago come la sua “università della vita”.

Nel 2016, nel 20° anniversario della scomparsa di Dossetti, il premio è stato insignito della Medaglia del Presidente della Repubblica. Negli anni, ha visto la partecipazione di quasi 500 associazioni e singoli cittadini e un centinaio di classi di scuola secondaria di secondo grado della provincia di Reggio Emilia.

Si invitano le scuole che desiderano partecipare, a  darne comunicazione a: Provincia di Reggio Emilia, Servizio Programmazione Scolastica e Diritto allo Studio Tel. 0522/444800, mail: scuola@provincia.re.it

 

ERNESTO OLIVERO

Ernesto Olivero è nato nel 1940 a Mercato San Severino (Salerno): ha lavorato in varie industrie del torinese e poi in banca fino alle dimissioni (1991). Nel 1964 ha fondato a Torino il Sermig, Servizio Missionario Giovani, insieme alla moglie Maria e ad un gruppo di giovani decisi a sconfiggere la fame con opere di giustizia, a promuovere sviluppo, a vivere la solidarietà verso i più poveri.

Negli anni Ottanta all’interno del Sermig nasce la Fraternità della Speranza, che conta attualmente un centinaio di aderenti: giovani, coppie di sposi e famiglie, monaci e monache che si dedicano a tempo pieno al servizio dei poveri, alla formazione dei giovani, con il desiderio di vivere il Vangelo e di essere segno di speranza.
Attorno alla Fraternità della Speranza, centinaia di volontari e il movimento internazionale dei Giovani della Pace si ispirano alla spiritualità e al metodo del Sermig.

Nel 1992 riceve il titolo di Grand’Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana conferito dal Presidente della Repubblica. Nel 1996 il Presidente della Repubblica lo nomina anche “Cavaliere di Gran Croce”. Nel 1999 ha ricevuto dall’Università di Torino la laurea honoris causa in Sociologia.

Oltre ad aver personalmente seguito molti progetti di sviluppo in diverse parti del mondo, Olivero ha personalmente accompagnato le 77 missioni di pace realizzate dal Sermig in Paesi in guerra quali Somalia, Rwanda, ex Iugoslavia, Albania, con l’invio di aiuti di prima necessità a tutti, senza distinzioni politiche e religiose. Numerose sono state in particolare le missioni di pace in Medio Oriente: Libano, Iraq, Palestina, Israele, Giordania, sempre finalizzate alla ricomposizione dei conflitti e al dialogo.

Per il suo impegno a favore della pace ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali tra i quali l’Osservatorio permanente presso la Santa Sede all’Onu lo ha insignito del titolo “Servitor Pacis” nel 1997.

L’ARSENALE DELLA PACE A TORINO

Sorto all’interno del recuperato ex Arsenale militare di piazza Borgo Dora, assegnato in comodato al Serming dal Comune di Torino nel 1983, l’Arsenale della Pace è “laboratorio” di convivenza, di dialogo, di formazione dei giovani, di accoglienza dei più disagiati, un monastero metropolitano, aperto 24 ore su 24. Vi trovano rifugio uomini e donne che cercano un aiuto per cambiare vita (in questi trentun anni sono stati realizzati progetti a favore di uomini e donne di 140 nazionalità). Si tratta di un luogo d’incontro per migliaia di giovani che da tutta Italia e dall’estero si danno appuntamento per confrontarsi, dialogare e crescere. È base di partenza per la solidarietà che raggiunge i cinque continenti: nella convinzione che solo la condivisione delle risorse, la giustizia e il dialogo portano alla pace, Olivero ha realizzato con il Sermig circa 3.050 azioni umanitarie in 92 Paesi, attraverso studi e progetti finalizzati a produrre auto-sviluppo, oltre ad aiuti di prima necessità destinati a popolazioni e a persone singole.

L’Arsenale è inoltre luogo di preghiera e di silenzio, di cultura e di formazione. Nel 2008 le Istituzioni locali riconoscono l’opera come patrimonio del territorio e diventano Città, Provincia e Regione dell’Arsenale della Pace. Il Sermig vive grazie al contributo gratuito di migliaia di amici e volontari che condividono tempo, professionalità, denaro, beni materiali e spirituali. La “restituzione” di queste risorse a favore dei più sfortunati permette al Sermig di essere sostenuto al 93% dalla gente comune.

Oltre a Torino, l’impegno del Sermig si è sviluppato in diverse zone del mondo: nel 1996 è stato aperto l’Arsenale della Speranza di  São Paulo in Brasile, un luogo  di accoglienza, formazione al lavoro, assistenza medica. Dal 2003, inoltre, il Sermig è presente in Giordania con l’Arsenale dell’Incontro per accogliere e aiutare bambini e giovani diversamente abili musulmani e cristiani, offrendo loro cure mediche, fisioterapia, inserimento scolastico, sostegno alle famiglie e favorisce la loro integrazione nel tessuto sociale, attraverso una rete di solidarietà e di volontariato.