Per la giornata europea del patrimonio universitario European Academic Heritage Day, promosso da Universeum, la Rete Europea del patrimonio culturale accademico, Unimore apre al pubblico il suo Polo Museale offrendo la visita alle collezioni del suo Museo di Zoologia.

L’appuntamento, dedicato al tema “Colonizzatori e colonizzati”, che rappresenterà l’opportunità per il Polo Museale di valorizzare le collezioni del Museo di Medicina Tropicale, ora collocate presso il Museo di Zoologia, è per domenica 19 novembre dalle ore 15.30 alle 19.00. I visitatori potranno accedere alle sale museali accedendo dall’ingresso ufficiale del Palazzo del Rettorato (via Università, 4) a Modena.

Per l’occasione saranno inoltre organizzati laboratori dedicati ad adulti e bambini.

“Il Museo di Medicina Tropicale – ha affermato la prof.ssa Elena Corradini, direttrice del Polo Museale Unimore – unico in Italia e a suo tempo ritenuto uno dei migliori del mondo, venne realizzato presso l’Università di Modena tra il 1934 e il 1939 dal prof. Giuseppe Franchini, in diretto collegamento con la Clinica delle Malattie Tropicali e Subtropicali con annesso Centro Studi per la Medicina Indigena dei Paesi Tropicali. Trasferito nel 1940 dopo la morte di Franchini, per volontà di Guido Corni, presso la seicentesca villa estense delle Pentetorri, ora distrutta, fu inaugurato dall’allora Ministro della Cultura Giuseppe Bottai”.

L’adesione a questa giornata coincide con l’annuncio dell’apertura al pubblico del Museo di Zoologia, che dal prossimo 22 novembre aprirà regolarmente al pubblico tutti i pomeriggi di mercoledì e giovedì dalle 14.30 alle 16.30.

Una videoproiezione dedicata al Museo di Medicina Tropicale e a Giuseppe Franchini racconterà la raccolta, effettuata dal docente modenese negli anni Trenta, di reperti provenienti dall’allora Africa Orientale Italiana, dalla Libia, dall’Algeria, dall’Egitto, dall’Arabia, da Ceylon, dall’India, dal Congo Belga, dall’Argentina, dal Brasile, dal Messico.

“La valorizzazione di queste collezioni, già negli anni Trenta del Novecento considerate uniche nel loro genere – ha aggiunto la prof. Elena Corradini – consente di avvicinarci a mondi che allora sembravano lontani, ma ora vicini, fornendo interessanti possibilità di rilettura in una prospettiva di multiculturalismo e integrazione sociale di cui il Museo può diventare un fondamentale attore per favorire il confronto e il dialogo con le altre comunità. Nel Museo sono conservati infatti moltissimi esemplari di parassiti cause di malattie, una importante raccolta di animali velenosi, specialmente di rettili di tutte le parti del mondo, specie d’Africa e d’America, una vasta collezione di moulages di molte malattie esterne e una interessante e originale collezione di un gran numero di medicinali e di piante medicinali che all’inizio del Novecento venivano utilizzate dagli indigeni”.

Nei due laboratori in programma, a cura di Andrea Gambarelli, Rita Maramaldo, Ciro Tepidino, e rivolti ad un pubblico di tutte le età, sarà possibile osservare, grazie all’utilizzo di microscopi, agenti patogeni e potenziali parassiti umani, vettori di malattie infettive e scoprirne caratteristiche e peculiarità.

Per i più piccoli, dagli otto anni in poi, prevista la partecipazione al gioco all’ esploratore, dove il mondo delle scienze naturali sarà rivelato attraverso i giochi da tavolo. L’iniziativa a cura di Matteo Bisanti e Andrea Ligabue del Gruppo di Promozione per la Ricerca sul Gioco in Unimore.