Osteoporosi, questa sconosciuta. Non è un paradosso, ma un dato di fatto, definire così una delle patologie più diffuse che, solo in Italia, colpisce 4 milioni di donne e 1 milione di uomini ed è responsabile, ogni anno, di oltre 90.000 fratture al femore, complicanza dovuta alla sua forma più grave, la fragilità ossea. Anche in Emilia Romagna, questa ‘ladra silenziosa delle ossa’ è, infatti, ancora largamente misconosciuta e sottovalutata, soprattutto perché compare in maniera quasi asintomatica per poi, spesso, manifestarsi con una frattura importante. In Regione, si stima infatti che ogni anno si verifichino circa 5.000 casi di frattura di femore[1], con una netta prevalenza tra la popolazione femminile.

Molto spesso, il primo campanello d’allarme è la frattura vertebrale, che viene confusa con un banale mal di schiena, mentre rappresenta l’inizio della “cascata fratturativa”: il 20% dei pazienti riporta infatti una seconda frattura vertebrale entro un anno, mentre il rischio di frattura femorale aumenta di 2 volte[2] [3]. La parola d’ordine contro l’osteoporosi deve essere, quindi, INFORMAZIONE: corretta, tempestiva, efficace, perché – per le donne come per gli uomini – non è mai troppo tardi per amare le proprie ossa e per proteggere il proprio futuro. Ancor più dopo una prima frattura, per evitare il ripetersi di un evento così infausto.

«L’osteoporosi nella sua forma severa, caratterizzata da estrema Fragilità Ossea, è una patologia dalle conseguenze anche molto gravi – dichiara la dott.ssa Nazzarena Malavolta,  reumatologa presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria S. Orsola-Malpighi di Bologna –. Di positivo c’è che abbiamo diversi strumenti a nostra disposizione per combatterla, attraverso una diagnosi tempestiva e un trattamento adeguato. E’ necessario, tuttavia, che le due figure protagoniste nel percorso di cura, cioè lo specialista e il paziente, abbiano una cultura maggiore rispetto all’importanza di questi due aspetti. Lo specialista, garantendo che venga messo in atto un adeguato Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA), dove questo e’  stato costruito e la paziente o il paziente impegnandosi sia  a seguire uno stile di vita adeguato alla propria condizione sia ad aderire alla terapia prescritta».

Proprio “Love your bones, protect your future” è il tema della Giornata Mondiale dell’Osteoporosi 2017, promossa dall’IOF (International Osteoporosis Foundation). Un claim sposato in pieno anche dalla Campagna ‘Stop alle Fratture’ – prima e unica iniziativa educazionale italiana sulle possibili conseguenze della fragilità ossea – che, in occasione della ricorrenza del 20 ottobre, lancia in esclusiva sul proprio sito www.stopallefratture.it il nuovo DeFra79 Test online. Un tool di “autodiagnosi”, rivisto alla luce della nuova Nota 79 dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), finalmente a disposizione di tutti, uomini e donne, che permette di valutare il rischio personale (basso, medio, alto e molto alto) di fratturarsi nei successivi 10 anni. Sensibilizzando così i pazienti più a rischio a parlare con il proprio medico curante o uno specialista, o effettuando una visita presso uno dei Centri di riferimento per il trattamento dell’OP severa in tutta la Regione, selezionando quello più vicino alla propria residenza nelle provincie di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini.

Con il nuovo DeFra79 è possibile conoscere il grado di rischio per la salute delle proprie ossa e ricevere un consiglio circa l’eventuale opportunità di parlarne con il proprio medico curante o di recarsi presso uno specialista di riferimento. La novità del DeFra79, rispetto alla sua precedente versione, è che l’algoritmo alla sua base è coerente con i fattori di rischio considerati dalla nuova Nota 79 dell’Agenzia Italiana del Farmaco, che stabilisce i criteri di appropriatezza dei farmaci per la cura dell’osteoporosi sulla base del rapporto tra benefici e costi o rischio di effetti collaterali. Tra i nuovi fattori di rischio considerati, troviamo: pregresse fratture in tutte le sedi, non solo femore, colonna vertebrale o di polso; l’assunzione di altri farmaci, oltre al cortisone, quali alcuni antitumorali per la terapia del tumore al seno e alla prostata; alcune malattie, oltre a quelle reumatiche, come il diabete, malattie respiratorie, malattie infiammatorie intestinali, malattie neurologiche, disabilità.

L’osteoporosi e, in particolare, la sua forma severa, chiamata fragilità ossea, troppo spesso viene diagnosticata solo in seguito alla frattura del femore e, anche in questo caso, solo il 15% riceve una terapia farmacologica. Di queste pazienti, ad un anno, solo il 50% aderisce alla terapia, pur con una possibilità da 2 a 5 volte superiore di subire un’altra frattura[4]. Parlando al maschile, se è vero che l’Osteoporosi e la Fragilità ossea nell’uomo hanno una minore incidenza, è anche vero che la mortalità dovuta a queste patologia è più alta e, dai 50 anni, il rischio di un uomo di subire una frattura è superiore al rischio di contrarre il cancro alla prostata.

La campagna “Stop Alle Fratture”

‘Stop Alle Fratture’ è un’iniziativa educazionale, realizzata con il supporto non condizionante di Eli Lilly Italia, rivolta alla popolazione sopra i 50 anni di età per informare sulle possibili conseguenze dovute alla fragilità scheletrica. L’iniziativa vede il coinvolgimento di prestigiose società scientifiche come la  SIOMMMS (Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro), la SIOT (Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia), la SIR (Società Italiana di Reumatologia), l’ORTOMED (Società Italiana di Ortopedia e Medicina) e il GISOOS (Gruppo Italiano di Studio in Ortopedia dell’Osteoporosi Severa) e il GISMO (Gruppo Italiano di Studio Malattie Metabolismo Osseo).

Dal 2011, gli esperti della Campagna ‘Stop alle Fratture’ sono impegnati perché tutte le persone a rischio si informino correttamente sull’osteoporosi e, in particolare, la sua forma severa, chiamata fragilità ossea e agiscano tempestivamente in modo da proteggere il proprio benessere. E questo attraverso, non solo il sito web www.stopallefratture.it, ma anche tramite la pagina Facebook dedicata alla Campagna (https://www.facebook.com/StopalleFratture/), che vanta una fan base di oltre 25.000 utenti (dati ottobre 2017).

 

[1] Fonte: http://bur.regione.emilia-romagna.it/bur/area-bollettini/bollettini-pubblicati/2013/n.247-del-22.08.2013.2013-08-22.7163475709/organizzazione-dellassistenza-integrata-al-paziente-anziano-con-fratture-di-femore-approvazione-linee-guida-per-le-aziende-sanitarie-della-regione-emilia-romagna/allegato-dgr-1133-2013

[2] Rossini M et al. Guidelines for the diagnosis, prevention and management of osteoporosis (2016). Reumatismo. 2016;68(1):1-39. http://www.reumatismo.org/index.php/reuma/article/view/870

[3] https://www.iofbonehealth.org/

4 Litwic, AE et al., Self-perception of fracture risk: what can it tell us?, Osteoporosis Int., Aug 31 2017,  doi: 10.1007/s00198-017-4200-3