Con l’indagine Post Office (così denominata dalla preferenza degli obbiettivi presi di mira dagli indagati) i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia hanno disarticolato un’organizzazione criminale di rapinatori pendolari pugliesi. I militari hanno ricostruito, nel dettaglio, gli spostamenti e l’esatto ruolo avuto dai 4 componenti la banda nella rapina, compiuta lo scorso 22 giugno, ai danni dell’ufficio Postale della frazione Calerno del comune di Sant’Ilario d’Enza, in provincia di Reggio Emilia. All’alba di oggi, infatti, i carabinieri del Nucleo Investigativo del comando Provinciale di Reggio Emilia e Stazione di Sant’Illario d’Enza, unitamente ai colleghi del Comando Provinciale di Foggia, hanno dato esecuzione, in Provincia di Foggia, a 4 provvedimenti cautelari, di natura restrittiva, emessi dal GIP del Tribunale di Reggio Emilia su richiesta della Procura della Repubblica – P.M. Dott.ssa Maria Rita PANTANI – che si è basata sugli  esiti investigativi acquisiti dai militari reggiani.

Gli arrestati, tutti accusati di concorso in rapina aggravata, sono D.M. 46enne, D.G. 21enne (rispettivamente padre e figlio), P.D. 27enne e T.P. 30enne, tutti residenti a Cerignola (FG). Sui 4 indagati sono ora rivolte le attenzioni dei carabinieri reggiani per accertare l’eventuale loro responsabilità in analoghi colpi commessi in Emilia Romagna ed altre Regioni del territorio nazionale. Erano circa le 10,00 del 22 giugno 2017 quando due malviventi (poi risultati essere D.P. e P.T.) con volto travisato da passamontagna, dopo aver fatto irruzione all’interno dell’ufficio postale, hanno terrorizzato i presenti con urla e minacce. Sono quindi passati alle vie di fatto con la direttrice, strattonandola ripetutamente per farle aprire la cassaforte, per poi rinchiuderla in un locale attiguo alla camera blindata. Riuscitisi ad impossessare di 1500 euro, guadagnavano la via di fuga con un’autovettura condotta da un complice che li attendeva nei pressi (G.D.), con già a bordo il palo (M.D,). Gli sviluppi investigativi espansi anche con l’ausilio di apparati tecnici, e analisi dei pregressi controlli sul territorio, permettevano di appurare che la Lancia Delta usata per la rapina era in abituale uso al M.D., su cui pertanto convergevano le indagini. Nulla è stato lasciato al caso, neppure l’esame delle presenze in strutture alberghiere nei mesi precedenti, attività che attestavano i pernottamenti in Provincia dei soggeti per i sopralluoghi e di tutto il gruppo poco prima della rapina. Le ricognizioni fotografiche eseguite con i testimoni rintracciati dai carabinieri hanno avvalorato ulteriormente i riscontri a carico dei 4 rapinatori che dopo il delitto, si davano alla fuga dividendosi tra Autostrada e vie secondarie, per poi ricongiungersi a Cerignola.