Miopatie infiammatorie, una ricerca della struttura complessa di Reumatologia del Santa Maria Nuova ha ottenuto un finanziamento da Aifa (Agenzia italiana del farmaco) per la ricerca indipendente, bando 2016. Principale investigatore di questo studio è il dottor Nicolò Pipitone che fa parte dell’equipe del professor Carlo Salvarani. Il processo di valutazione è stato molto selettivo poiché su un totale di 343 studi presentati ne sono stati finanziati solo 40.

Titolo della ricerca è TOcilizumab in REfractory MYositis (ToReMy) ed è incentrato sulla terapia con il Tocilizumab, un farmaco biologico capace, secondo i ricercatori, di trattare efficacemente le miopatie infiammatorie inibendo una sostanza che ha un ruolo chiave in tali patologie, l’Interleukina-6 (IL-6). Tale sostanza è prodotta da vari tessuti dell’organismo compreso il muscolo. I livelli di IL-6 nel sangue sono tanto più elevati quanto più attiva è la miopatia infiammatoria e alcuni dati preliminari, nell’uomo e in modelli animali, hanno dimostrato che bloccando l’IL-6 si ha un netto miglioramento della patologia, anche quando precedenti trattamenti avevano fallito.

Le miopatie infiammatorie anche dette miositi comprendono due principali malattie, la dermatomiosite e la polimiosite. Entrambe le malattie si manifestano con debolezza muscolare e, nel caso della dermatomiosite, anche con una eruzione sulla pelle. Il trattamento di solito si basa sull’uso dei cortisonici e di farmaci immunosoppressori, ma nonostante ciò circa un quarto dei pazienti non riesce a recuperare la forza muscolare e sviluppa un handicap permanente. Sono affette da miosite 1 persona su 10mila. I pazienti colpiti da questa patologia seguiti dalla Reumatologia del Santa Maria Nuova sono un centinaio.

“Nello studio approvato dall’Aifa– spiega il dottor Pipitone – ci proponiamo di studiare l’efficacia del Tocilizumab, in 16 pazienti adulti con miosite resistente alla terapia tradizionale. La valutazione dell’efficacia sarà effettuata dosando nel sangue i livelli di una sostanza, la CPK, che viene rilasciata dal muscolo infiammato e testando la forza muscolare dei pazienti, nonché studiando l’infiammazione muscolare con la risonanza magnetica nucleare. Vi è un altro studio statunitense in corso che valuterà l’efficacia del Tocilizumab nelle miositi; la differenza è che il nostro studio è “in aperto” vale a dire che tutti i pazienti saranno trattati con il farmaco, il farmaco sarà usato per via sottocutanea, anziché endovenosa, e la risposta alla terapia sarà anche valutata con la risonanza muscolare prima e dopo la terapia. Ci attendiamo che il nostro studio dimostri l’efficacia del farmaco biologico nei pazienti con miosite resistente, offrendo una speranza ai pazienti che non hanno risposto in modo soddisfacente alla terapia tradizionale e riducendo quindi il rischio di disabilità”.

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Foto: i professionisti dell’equipe di Reumatologia e il dottor Nicolò Pipitone